Festa di compleanno alla Storta per i 69 anni di , venerdì scorso. Si mangia all’aperto, visto che il Covid è tornato ad affacciarsi con prepotenza: l’appuntamento è per l’una, ma qualcuno, come l’ex premier Giuseppe Conte e l’amministratore delegato della Rai Carlo Fuortes, arriva in gran ritardo. Ovviamente c’è tutto il Pd romano di cui Bettini è stato per decenni il «capo» incontrastato, sindaco Roberto Gualtieri incluso. E poi ci sono i ministri Andrea Orlando e Dario Franceschini, il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, il primo cittadino di Napoli Gaetano Manfredi e il vicesegretario dem Beppe Provenzano (che arriva in scooter). E c’è, come per ogni compleanno dell’esponente del Pd, Gianni Letta, l’amico di una vita. Piatto forte del pranzo per celebrare la ricorrenza, oltre alla crostata con una sola candelina rossa della signora Anna (la moglie dell’autista storico di Bettini che ha offerto la sua villetta alla periferia di Roma nord per l’evento)...
Ci sono cambi di direttori e nuove nomine in vista e a un certo punto, sotto gli occhi di tutti ma non a portata delle altrui orecchie, Bettini, Conte e Fuortes si appartano per chiacchierare a lungo dell’argomento. Del Colle si parla poco o niente perché anche in quel consesso di “amici” (la definizione è del festeggiato) ognuno preferisce tenere coperte le proprie carte. Tanto più che né Conte, né Letta né Bettini non hanno occasione di vedersi e parlarsi a tu per tu. Si appartano anche Orlando, Franceschini e Manfredi. A un certo punto li raggiunge Conte. In quel capannello si discute della legge ad hoc per Napoli che il sindaco del capoluogo partenopeo vuole a tutti i costi, visto che il suo predecessore gli ha lasciato in eredità un deficit a dir poco notevole.
Per tutto il pranzo Bettini appare più che soddisfatto della sua festa, anche quando non si ha ancora la conferma che di lì a poco finalmente arriveranno i due ospiti d’onore, cioè Fuortes e Conte. Con il microfono in mano l’ex eurodeputato fa il suo discorso ufficiale. È in quel mentre che arriva un trafelato Conte e scatta qualche applauso. L’esponente dem lo prende in giro per il ritardo: «Se vogliamo avere un rapporto unitario deve essere paritario». L’ex premier per farsi perdonare bacia e abbraccia Bettini assiso su una sedia in mezzo al patio della villetta. L’ex eurodeputato dem riprende il suo intervento e rivolto a Conte dice: «Nel corso di questi tre anni abbiamo costruito delle solidarietà, delle amicizie, oltre che politiche anche personali». «E la mia presenza qui ne è la testimonianza», conferma Conte, cravatta rossa pochette bianca. Bettini entusiasta va al passato e sembra paragonare se stesso a Enrico Berlinguer e Conte ad Aldo Moro. E poi con un sospiro di nostalgia per il governo giallo rosso conclude: « Questa esperienza di solidarietà è poi finita come è finita». Qualcuno tra i presenti pare cogliere un accenno critico al nuovo governo, quello presieduto da Mario Draghi, ma Bettini fuga ogni dubbio: «Non fraintendetemi». Infine uno sguardo al futuro, cioè alle elezioni del capo dello Stato e alle loro possibili conseguenze: «Non ci si capisce niente». Nell’incertezza, meglio brindare con un paio di magnum di champagne. In bicchieri di plastica, però, ma gli ambientalisti lì presenti non trovano niente da eccepire…
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