Stroncare è facile, talvolta anche divertente. Soprattutto, lo è per chi legge. Poi però, stia attento il critico, può accadere che il tempo stronchi lui. Perché se la tua penna se la prende con un Beethoven o uno Chopin, la figuraccia da qui alla fine del mondo è assicurata. Su questo tema, con sapida ironia e tanta buona musica dal vivo, la star di Hollywood John Malkovich calca il palcoscenico in The Music Critic, scritto e diretto dal compositore, regista e comico russo Aleksey Igudesman, violinista, uno dei sei strumentisti al fianco dell'illustre narrattore. Concepito già dieci anni fa per il Julian Rachlin & Friends Festival di New York e ora in tournée internazionale, The Music Critic è atteso (in lingua originale con sovratitoli in italiano) il 3 dicembre al Teatro degli Arcimboldi di Milano: un'occasione per godersi la maestria dell'attor, indimenticabile Visconte di Valmont nel cult Le relazioni pericolose. A fare da colonna sonora, musiche di Bach, Mozart, Beethoven, Chopin, Brahms, Schumann, Debussy, Prokofiev, Ysaye, Kanchelli, Piazzolla e dello stesso Igudesman, mentre a Malkovich - villain professionista in tanti film di Hollywood - spetta il ruolo del critico cattivo.
«Negli ultimi vent'anni - spiega Malkovich - ho lavorato con molti musicisti, tra cui anche il maestro Riccardo Muti. La musica ha sempre svolto un ruolo importante per me, ma il segreto di questo spettacolo sta nel confronto tra questi grandi compositori, oggi sentiti come divinità, e i giudizi aspri, sempre passionali e dunque in qualche modo intellettualmente onesti, di alcuni critici loro contemporanei. L'umorismo del racconta nasce da questo scontro, che talvolta avveniva tra gli stessi musicisti. Tchaikovsky diede del bastardo senza talento a Brahms, i due si odiarono per tuta la vita, con una cocciutaggine quasi commovente». Sebbene racconti di musica, la sfida tra arte e critica coinvolge l'attore Malkovich: «Questo spettacolo - dice - non è una mia vendetta personale contro i critici, assolutamente. Ogni artista, soprattutto i creativi come i musicisti, deve farsi una ragione del fatto che il suo lavoro potrà non essere amato. Non deve esistere uno spazio sicuro, per le opere di un artista. Quanto a me, sappiate che c'è a Istanbul un critico per cui senza John Malkovich il mondo sarebbe migliore. Ne parlo nel finale dello show». E poi c'è Internet. «La rete ha democratizzato la critica - spiega Malkovich - e con essa le cattiverie e l'aggressività. Gli artisti devono accettare questi giudizi, e gettarseli alle spalle. Io, come attore, tengo ai giudizi costruttivi dei miei colleghi e, se lavoro sul set, devo fare tesoro delle critiche del regista».
La critica più cattiva ricevuta? «Ricordo la più folle. Per un mio spettacolo in teatro un critico scrisse: portatevi la vostra colla. Ancora oggi non so cosa intendesse». Tra i molti progetti di Malkovich all'orizzonte, ancora musica: interpreterà il tirannico direttore d'orchestra romeno Sergiu Celibidache. Inoltre, sarà lo stilista Karl Lagerfeld
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