venerdì 19 novembre 2021

Napoli, nel mirino del quotidiano francese 'Le Figaro'. E Venezia di 'Le Monde' ( da Quotidiano.Net)

 Napoli terzo mondo d’Europa”. È la frase che rimbomba da ore in tutti i corridoi della politica partenopea, parole ad effetto arrivate come una sciabolata sulla testa dei napoletani. A scriverlo è stato Le Figaro, il più antico quotidiano francese, accreditato nel mondo come barometro dell’opinione pubblica. “Mentre tutte le città d’Europa si trasformano, Napoli resta ancorata ai suoi cliché, che costituiscono anche il suo fascino”. 

 

Un’analisi cruda della realtà fatta di “contraddizioni” e chiaroscuri quella scritta a firma di Valérie Segond, corrispondente in Italia de Le Figaro, che racconta di una città legata al passato e incapace di stare al passo con i tempi, arrivata come una doccia ghiacciata sulla testa dei napoletani, creando reazioni e polemiche. 

Nell’articolo si passano in esame le ferite ancora aperte di una città “fatiscente e soffocata dai suoi debiti, in attesa del suo salvatore”, diceva Le Figaro prime dei risultati elettorali che hanno portato all’elezione di Gaetano Manfredi al primo turno. “È l’opposto del sindaco uscente”, era l’analisi del quotidiano francese prima delle elezioni, “le élite napoletano lo aspettano come il Messia”. 

Dalla camorra alla povertà di interi strati sociali, la disoccupazione che galoppa al 42% nei quartieri di periferia, le 166mila famiglie che utilizzano il reddito di cittadinanzanella sola provincia di Napoli, numeri più alti della somma di “Lombardia e Veneto messe insieme”. È una fotografia tanto cruda quanto vera quella scattata dal quotidiano francese, che descrive San Giovanni a Teduccio come una cattedrale nel deserto che potrebbe invece diventare la piccola Silicon Valley italiana. “Una terra desolata – si legge su Le Figaro – dove Apple ha creato nel 2016 un centro europeo di formazione per sviluppatori di app, l’Apple Academy, al quale si sono aggregate altre nove aziende tecnologiche. Un polo dal quale in totale un migliaio di giovani escono ogni anno”. Camorra, guerra a Ponticelli: 10 agguati e 5 bombe. Battaglia: "Stanno uccidendo Napoli"

 E poi c’è la Galleria Vittoria, che attende la messa in sicurezza da tempo ed è tamponata da impalcature e ordinanze provvisorie, oppure la metropolitana “pianificata negli anni ’90 e ancora incompiuta e malfunzionante”:problemi irrisolti che pesano come macigni sulla qualità della vita dei napoletani. “È una vera città del Sud – conclude Le Figaro – ricca di problemi, di contraddizioni, affogata dai debiti e dal problema della camorra e più suscettibile ad eventuali cambiamenti”. Napoli, Reddito di cittadinanza sequestrato a 25 famiglie legate al clan Contini


 Il primo a scendere in campo per difendere l’onore della sua città è l’attore pluri premiato Toni Servillo, che ha commentato il reportage di Le Figaro in occasione della presentazione napoletana dell’ultimo film di Sorrentino. "Parto da una constatazione: tra settembre e dicembre io ho tre film in sala di tre grandi autori campani, quindi mi sembra che il bilancio di questa città sia molto buono”, sottolinea Servillo che si riferisce alle pellicole di “Qui rido io” di Mario Martone, “Ariaferma” di Leonardo Di Costanzo e l’ultimo lavoro di Paolo Sorrentino, “È stata la mano di Dio”.

“Io non saprei vivere da un'altra parte del mondo, quindi amo profondamente questo terzo mondo", conclude l’attore napoletano, diventato famoso nel mondo per la “Grande Bellezza”, il film che racconta della decadenza culturale di Roma, con lo stesso implacabile “mood” usato da Le Figaro che bocciare la grandezza partenopea. Dello stesso avviso Paolo Sorrentino, che si è limitato a commentare: "Mi pare che Napoli si difenda benissimo da sola".


Venezia, turisti sotto sorveglianza”, questo il titolo di un lungo reportage che il quotidiano francese Le Monde consacra alla questione del turismo nel capoluogo del Veneto. E lo fa commentando gli ingressi calmierati dei tornelli che verranno presto introdotti in Laguna nel 2022. “Incarnazione dell'eccesso di turismo contro il quale non ha mai combattuto – scrive Le Monde –, la Serenissima dice di voler obbligare i visitatori a prenotare e a pagare il loro ingresso nel centro storico. Al rischio di rafforzare il suo carattere museale senza necessariamente risolvere i problemi di fondo”.

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