Ieri si è celebrata la giornata nazionale contro la violenza sulle donne, e la Casellati - come fa in ogni occasione anche per mettersi in mostra, ma il Quirinale se lo scordi! - l'ha celebrata in Senato, invitando una orchestra di sole donne ( Women Orchestra) con una direttrice, una presentatrice, una cantante, anzi due, ed un'attrice. Insomma tutte donne. In questo caso niente 'quote' ma 'asso piglia tutto'.
Avremmo da ridire molto su quell'orchestra femminile, e non perchè composta di sole donne, ma perché la Casellati non si rende conto che occorre promuovere maschi o femmine - in questo caso femmine - solo badando ai loro meriti, e non al sesso.
E quell'orchestra femminile, giovane, nata in Sicilia meritava già una vetrina istituzionale così importante? Secondo noi assolutamente no. Per almeno due ragioni: trattavasi di una orchestra 'giovane', essendo nata appena due anni fa, e la sua direttrice, con tutto il bene che le si possa volere, era anche Lei 'giovane' di formazione ed esperienza.
Cioè a dire, si è ascocltato un ensemble senza una guida degna di questo nome, una cioè che ne sappia più di tutti gli altri ed abbia più esperienza degli altri, oltre all'entusiasmo con cui ci si è gettati nell'impresa. E questo vale per gli uomini come per le donne.
Anche nel campo delle orchestre di uomini, vi sono purtroppo esempi assimilabili a questa delle donne. Esistono in Italia orchestre che vantano una storia anche lunga e perfino gloriosa nel passato, che oggi passano di mano in mano a direttori senza grande esperienza, taluni alle prime armi. I risultati, sotto gli occhi di tutti, sono che quelle orchestre col passare del tempo non faranno mai un passo in avanti sul terreno della qualità. Sulla quale la Casellati, nonostante rappresenti la 'seconda carica' dello Stato non ha i numeri per valutare.
Largo ai giovani ma qualcuno con qualche anno di esperienza sulle spalle ci deve pur essere, altrimenti quei giovani di buona volontà sono condannati a restare sempre tali, senza mai maturare professionalmente.
Adesso ci è arrivato perfino Amadeus, direttore artistico del Festival di Sanremo - al cui riguardo noi abbiamo avuto sempre molti dubbi sulle sue capacità, ma in un mondo di ciechi... a meno dietro le quinte non vi sia e certamente c'è, gente che ci capisce - il quale ha detto che nella scelta delle canzoni non contano le quote, vale solo il merito: saranno scelte solo quelle canzoni che sulla base di criteri artistici sembrano migliori. E del resto nel mondo della canzone, basarsi sulle quote sarebbe anche pericoloso, perchè oggi l'abito su quei palcoscenici non fa più il monaco, qualche volta fa anche la monaca.
E perciò se ci è arrivato Amadeus, viene da chiedersi perché non ci è arrivato Fuortes, 'il fenomeno', nella scelta dei direttori dei tg dove un peso ha avuto il sesso dei candidati. Perché è chiaro a tutti che Di Bella aveva più numeri della Maggioni per andare alla direzione del TG1, eppure è stata scelta la Maggioni perché donna - ma anche perché, anche nel suo caso, sarà grata ed più accondiscendente verso tutti coloro che in pochi anni l'hanno portata prima a dirigere Rai News 24, poi addirittura alla Presidenza della Rai, successivamente di Rai Com ed ora alla direzione del TG1, in una carriera che definire fulminea è dir poco.
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