venerdì 6 dicembre 2019

Tosca alla Scala. Anteprima per i giovani che si agghindano come gli adulti

Come consuetudine da molti anni, alla 'generale' dell'opera inaugurale della stagione milanese - che quest'anno è TOSCA di Puccini - attesa proprio questa sera,  e trasmessa in diretta anche dalla Rai, la Scala  ammette i giovani, ai quali tutti dichiarano di interessarsi, pensando alla formazione e  alla nascita di un nuovo pubblico e al  pubblico di domani, senza che poi nulla si faccia, recita dopo recita. Basta la facciata della 'prima' a sant'Ambrogio.

Qualche ricetta per portare nuovo pubblico e giovani soprattutto in teatro in molti si peritano di dispensare. Prima fra tutte, che a tenere lontani  i giovani dai teatri, è il rituale di una serata all'opera, che impone anche per tutti i  titoli in stagione - e dunque non solo per la serata inaugurale, semel in anno - di andarci vestiti in  certo modo.

I sociologi più avveduti e acuti sostengono che se il tradizionale paludamento venisse abbandonato, i giovani correrebbero in massa a teatro.

Dunque non attratti dal teatro musicale, dal suo ormai grande repertorio - un pò meno da certe regie che piacciono a certi sovrintendenti ( vedi quello di Roma in prima fila) -  con il vestito che si vuole o preferisce, ma dissuasi dal vestito della festa o da 'sera' come si dice prescritto, tacitamente. 

Ma poi accade che all'anteprima che la Scala ogni anno offre al pubblico giovane che, secondo i soloni, andrebbe più volentieri e numeroso a teatro se fosse dispensato dal vestire in certo modo, accade, dicevamo, che i giovani  che hanno affollato anche l'altro ieri platea, palchi e loggione della Scala, abbiano sfoggiando vestiti e 'mise' da fare invidia a commendatori e signore milanesi  e non, attesi questa sera.

Dunque non è vero che i giovani frequenterebbero più assiduamente i teatri se vi potessero accedere  vestiti normalmente, perché quando vanno a teatro, come accade puntualmente nell'anteprima scaligera, amano sfoggiare il vestito migliore del loro guardaroba.

E allora qual è la ragione che li tiene solitamente lontani dal teatro d'opera, in Italia più che altrove?
Semplice, semplicissimo. L'Opera non la conoscono;  e quel poco che vengono a sapere raramente di essa, riguarda il prima o dopo teatro: come vestirsi, quali gioielli mettere, e che cena 'di gala' sarà bandita per il dopo Scala...  Informazioni che si dovrebbe rinunciare a fornire, in forza del sempreverde '... e chissenefrega'!

Mentre invece quella stessa Rai che stasera trasmette Tosca, e nel corso dell'anno qualche altro titolo, dovrebbe attrezzarsi per tener desta la memoria del nostro melodramma, per farlo conoscere ed amare, che è ciò che fanno intendere i tanti giovani che per la prima volta si avvicinano al melodramma, restandone  coinvolti addirittura stregati. 

Come per alcuni anni, fece, all'alba del nuovo secolo, Rai Uno con una (nostra!!!) bella trasmissione -  divulgativa, che si avvaleva di un narratore d'eccezione come Antonio Lubran - che faceva ascoltare e rivedere i capolavori del melodramma, in formato 'ridotto' e rivolti a tutti. 
Quella trasmissione si intitolava 'ALL'OPERA!' godeva di un bel successo di pubblico in tv, ma non fregava a nessuno e perciò dopo sei cicli, estivi (di dieci titoli ciascuna), belli e pronti per essere ritrasmessi sempre, ma che nessuno ora intende fare, fu chiusa.


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