Uno che acquista e legge Il Fatto Quotidiano - che costa più di qualunque altro giornale in Italia - lo fa perchè si attende di sapere come la pensano i carbonari di Travaglio sulle grandi questioni che agitano oggi il mondo, non ultima la inaugurazione di stagione del Teatro alla Scala con Tosca, che vide la luce la prima volta nell'anno del Signore 1900, al Teatro Costanzi di Roma, presente l'autore: Giacomo Puccini. E' importante ricordare quella data perchè Chailly, che ha riportato alla Scala le opere di Puccini, dopo la 'quaresima' di penitenza inflitta al musicista da Lissner, ha ripreso del capolavoro 'romano' proprio la versione della 'prima', mai più rivista, preferendosi ad essa la versione successiva, modificata dal compositore in più punti, anche se non proprio dirimenti.
Tutti i giornali in coro hanno parlato di grande successo per la Scala, per Tosca, e di successo 'personale', per Mattarella applaudito a lungo e calorosamente.
Ma si sa tutti i giornali, nessuno escluso, si mettono d'accordo in simili occasioni e cantano tutti la stessa 'messa'.
Ma Il Fatto Quotidiano no, il giornale di Travaglio a chiunque gliele canta, e mai si unirebbe al coro degli altri. A Milano a certificare il 'sottotono' della inaugurazione c'erano testimoni d'eccezione: Gianni Barbacetto e Silvia Truzzi.
Per i quali il termometro della serata non lo dà l'interno del teatro o il palcoscenico, e meno ancora il titolo d'opera che vi si rappresenta, bensì il foyer e Piazza della Scala.
I due hanno spiato a lungo il via vai del foyer, e non hanno potuto che raccontare che di VIP che fanno di una prima scaligera un evento mondiale, neanche l'ombra, e che la presenza della famosa Maria Elena Boschi e di Franco Alfano, semmai riducevano quella serata ad una riunione di ex amici del liceo.
Fuori, in Piazza Scala, il deserto: la polizia e le altre forze dell'ordine che giocavano a carte e si raccontavano barzellette, perché i contestatori d'altri tempi, quelli che 'infiammavano' anche letteralmente la serata, avevano preferito andare allo stadio a vedere la partita o seguirla da casa in tv; e i giovani - che, come si sa disertano l'opera, ed anche quelli che non la disertano, l'avevano vista due giorni prima? i giovani erano in discoteca, come ogni sabato.
E tutti gli intellettuali di un tempo dove sono? Anche quelli hanno disertato la serata. E la ragione - che però Il Fatto non annota con diligenza - l'ha data il regista Livermore: da molti anni la cultura soffre di tagli nei finanziamenti pubblici, e gli intellettuali hanno scelto di disertare la Scala, come forma di protesta. Franceschini l'avrà capito?
Infine, un'accozzaglia, la solita, neppure tanto prestigiosa, di 'chic& kitsch', notati i quali e spente le luci, ha inizio lo spettacolo del quale alla coppia del Fatto non frega proprio nulla.
Ma non era l'inaugurazione di stagione al Teatro alla Scala?
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