Ogni giorno dalla Fenice di Venezia, per bocca dei suoi dirigenti e del direttore del Concerto di Capodanno - diretto per la terza volta consecutiva da Chung: ormai una routine!- arriva una qualche giustificazione per quella che sembra, a tutti gli effetti, una vera follia: aprire il Concerto con il Sanctus dal Requiem di Giuseppe Verdi.
In una lunga intervista al Corriere, Chung aveva voluto smentire quanti temevano che quel brano dal Requiem di Verdi fosse una specie di 'funerale' per Venezia. Non è la celebrazione di un rito funebre - aveva detto il direttore - ma un omaggio a Verdi che per i musicisti bisognosi aveva fatto costruire a sue spese la ben nota 'Casa di riposo per musicisti' a Milano.
Ci voleva proprio un Requiem per rendere quest'omaggio a Verdi? Non bastava la presenza di sue musiche, dominante, nel programma del Concerto di Capodanno?
Oggi poi, dopo la prima recita del Concerto - avvenuta ieri sera, le altre questa sera e domani e poi l'ultima a Capodanno - Chung è tornato a parlare delle ragioni della presenza del Sanctus, dal Requiem, in apertura di programma. "Un ringraziamento a Dio - ha detto Chung - per aver salvato La Fenice, e, magari anche Venezia, da una alluvione che poteva rivelarsi ancor più devastante, sommergendola tutta.
Ringraziamento a Dio che, comunque, non ha salvato La Fenice: stando alle dichiarazioni del sovrintendente, il teatro ha subìto danni per 2 o 3 milioni di Euro. E per questo, durante il Concerto, d'accordo con la Rai , si promuoverà una raccolta fondi.
Questa sequenza, già troppo lunga, di giustificazioni non richieste ,sta a dimostrare quanto quella scelta, comunque la si giri, appaia sempre più inopportuna.
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