sabato 28 dicembre 2019

Fioramonti. Chi dal governo scappa via non è figlio di Maria

Tutti a dare addosso al ministro Fioramonti , ministro fino all'altro ieri, del dicastero di Istruzione, Univeristà e Ricerca, e che si dimesso - come aveva promesso - dopo che i fondi richiesti ad inizio di mandato il Governo Conte 2 non li ha trovati per la Scuola, l'Università e la Ricerca - comparti che in Italia languono da quando quel dicastero Berlusconi mise nella mani della  mariastellissima Gelmini che risparmiò su tutto, come del resto fecero i suoi successori,fino a Bussetti ( ora indagato per viaggi personali fatti pagare all' erario, dal che si deduce che anche i ministri sono ladri di galline !) che miglior sorte non ebbero - eppure erano professori universitari, addirittura rettori, come la Giannini.

 Si meravigliano delle dimissioni di Fioramonti e gli danno addosso: sarebbe stato più logico e conveniente che fosse rimasto al governo per lottare ancora da dentro il Governo, ed ottenere ciò che chiedeva. Non, lui lo aveva promesso, e ha mantenuto la parola data. 

Il Governo, sapendo che Fioramonti si sarebbe dimesso, poteva trovare i fondi richiesti, esattamente come ha trovato i fondi per altri settori che ha ritenuto - è lecito supporre - più strategici per il Paese. Ma evidentemente non ha creduto che un ministro si sarebbe dimesso per difendere il copmparto assegnatogli. Quando mai, prima?

 Siamo alle solite: i giovani sono il futuro del paese, la scuola è fondamentale per la loro crescita professionale umana e sociale... e poi i genitori devono portare da casa anche il gesso e la carta igienica, perchè  alle scuole mancano perfino i soldi per acquistarli.
 Allora: o la scuola è importante anzi basilare e quindi si trovano i fondi per farla ben funzionare, o è tutta una finta e Fioramonti ha fatto bene ad andarsene, perchè con i pagliacci non si possono prendere decisioni che hanno a che fare con il futuro di un paese. 

E dopo? Il dopo Fioramonti è ancora più problematico, perchè i due maggiori partiti al Governo ( Cinquestelle e PD) reclamano quel dicastero per sè. Conte 2 ha una trovata: spacchetta in due il Ministero: da una parte la scuola, dall'altra università e ricerca - come se scuola ed università e ricerca fossero cose davvero dissimili.

 I Cinquestelle reclamano quel ministero, ma hanno in forze solo delle 'Toninelle', ed allora chiedono almeno la scuola per sè - quando pensiamo che in scelte così importanti, come anche quelle Rai, si debba stare alle decisioni di uno come Di Maio viene lo sconforto - e vengono accontentati con Azzolina, insegnante alle superiori. 
E il PD? Il PD, ha la Ascani, ex renziana, altra 'Toninella' - senza offesa per l'ex ministro -   ma del fronte opposto e alleata in trincea - ed allora  punta su Manfredi che è Rettore a Napoli e presidente della Conferenza dei rettori. E che forse dell'Università e Ricerca capisce  qualche cosa in più della Ascani che per questo sgarbo potrebbe dimettersi. Finalmente.

Lo spacchettamento - ha ragione l'opposizione - Conte 2 l'ha fatto per evitare che il ministero finisse alla Azzolina, che ha la stessa età del capataz politico dei Cinquestelle, capisce di Università e Ricerca quanto noi di aramaico, ma ha pretese maggiori di Rubbia. 
 All'epoca del Conte 1 i ministeri si accorpavano per paura di doverli cedere  al partito avversario. Emblematico il caso di Centinaio che ebbe in dote da Salvini, l'Agricoltura, senza capirci un c... di agricoltura e poi anche il Tursimo ( che con l'Agricoltura  faceva a pugni) solo perchè aveva lavorato in una agenzia di viaggi - tanto per capire a che cosa ci siamo ridotti.L'unico ministero  adatto per lui sarebbe stato quello delle motociclette, essendo un appassionato dei viaggi 'on the road'. E forse, se fosse rimasto ancora al Governo Salvini , il Nero', un ministero nuovo per Centinaio lo avrebbe creato.

 Ora c'è da domandarsi cosa potrà fare Manfredi che della situazione dell'Università e della Ricerca in Italia sa abbastanza, ma non ha soldi per risollevarne le sorti. E che cosa potrà fare la Azzolina che  sarà grata per sempre al suo capo, al cui volere si piegherà sempre senza nulla mia opporre, in difesa degli interessi della scuola. Scuola che, gli dirà in ogni occasione Giggino?

 Così  andava l'Italia del Conte 2 alla fine del 2019.

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