Da una conversazione, privatissima, rubata al vice premier Di Maio che parlava al telefono, infastidito, con il socio Salvini. "Matte' ma chi è quello stronzo che hai messo all'ISTAT? Ma ti pare che alla sua prima uscita da presidente ci mette i bastoni fra le ruote? Ma allora non ne azzecchi una? Fossi in te lo farei dimettere subito, facendogli addurre motivi strettamente personali ed urgenti (magari che si è lasciato con la giovane fidanzata, come è accaduto a te, e questo l'ha fatto piombare in un forte depressione ) che non gli consentono più di essere lucido e di difendere gli interessi di chi gli ha dato quell'incarico. Se non hai un'altra persona di fiducia da mettere lì, ti posso dare io un nome affidabile". " Grazie Giggino - ha corretto immediatamente Matteo - ti stai sbagliando, quello stronzo che ci ha gettato un secchio di merda addosso, è ancor quello messo lì dal tuo omonimo, l'altro Matteo; il nostro sostituto, prof. Blangiardo - te lo sei già dimenticato? - non si è ancora insediato. Vedrai come i dati ISTAT sul nostro paese cambieranno del tutto con il suo arrivo e sosteranno - come gli abbiamo ordinato - il BOOM ECONOMICO, sebbene io e te sappiamo benissimo trattarsi di una BUFALA. Stai tranquillo, il nostro candidato è persona fidata, fidatissima".
E qui la telefonata sul caso ISTAT s'è chiusa: ma un'altra partita si è aperta subito dopo, su un fronte altrettanto strategico, quello dell'INPS, da dove a giorni sloggerà Boeri; e anche questa affrontata in una telefonata, questa volta rubata solo per le prime battute, perchè subito dopo Di Maio si è accorto di essere intercettato ed ha smesso, chiedendo al socio Matteo di parlarne di persona..."perché i telefonini possono essere sotto controllo, a nostra insaputa. Ciao".
" Matte' ti ricordi del candidato alla presidenza dell'INPS di cui ti ho parlato? Quel professore di statistica Pasquale Tridico che tu dovresti anche conoscere perchè l'ho messo a capo del mio team economico a Palazzo Chigi?". " Non mi ricordo, caro Giggino, spero solo che non ci faccia il bidone che ci ha fatto quello stronzo all'ISTAT, proprio mentre stavamo incartando tutto il paese con le nostre promesse di una nuova terra promessa per l'econiomia italiana". "Matte' stai tranquillo, tempo qualche settimana e vedrai come tutte le prospettive pensionistiche degli italiani cambieranno di botto. Nessuna crisi della tenuta del sistema pensionistico, e tutti gli italiani che lo vorranno potranno andare in pensione, tanto (detto fra noi) quando l'INPS farà il botto noi ci saremo già fatti i cazzi nostri".
E qui termina anche le seconda telefonata fra Spaccone -Di Maio e Bullo-Salvini; e noi, finalmente, d'ora in poi potremo dormire sonni tranquilli
AVVERTENZA
Ci scusiamo con i lettori per aver riportato anche termini ed apprezzamenti forti, quando avremmo potuto sostituirli con i più apprezzati punti di sospensione, tanto il senso degli omissis sarebbe stato ugualmente chiaro.
A giustificazione dei due soci di governo sta il fatto che in un colloquio privato, che non si immagina intercettato, il linguaggio 'da caserma' è quasi di regola. E in aggiunta, Salvini, tale linguaggio 'da caserma' lo conosce più di Di Maio, l'ha appreso alla scuola di Bossi, e l'ha perfezionato da quando le gira tutte, le caserme, per farsi imprestare e indossare ora questa ora quella divisa.
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