lunedì 25 febbraio 2019

Elezioni in Sardegna. Chi vince e chi perde. I Cinquestelle sono vivi e vegeti e in buona salute

I dati, comunque si voglia leggerli, sono inequivocabili. Il presidente della Regione viene dal Centrodestra, con il 48% dei voti; vince sul candidato del centrosinistra che si ferma al 33%, non supera la soglia dell' 11% il Cinquestelle. Fin qui le coalizioni, ad eccezione dei Cinquestelle che non vogliono allearsi con nessuno, perché 'tutti gli altri sono corrotti'.

 Se, invece, andiamo a vedere i voti che hanno preso i tre maggiori partiti,  il PD è in testa con oltre il 13%, segue la Lega con l'11% poco più,  ultimi i Cinquestelle con neppure il 10%, appena sopra il 9,  e poco più di Forza Italia, e, infine, Fratelli d'Italia che non raggiungono il 5%.


Per i Cinquestelle è la seconda batosta elettorale dopo l'Abruzzo, anzi la terza perchè nelle elezioni suppletive in Sardegna per sostituire  un parlamentare che aveva preferito la vela al parlamento - come dargli torto - quel seggio gli era stato sfilato dal candidato di centrosinistra; il Pd è al suo minimo storico nell'isola, pur risultando il primo partito; e la Lega che pensava di fare l'en plein , visto che il suo leader si era dato tanto da fare nelle settimane precedenti, sfoggiando una felpa  bianca con i quattro mori (della bandiera sarda), si è fermata sotto il 12%, riducendo quindi il divario con l'ex partito della coalizione di Centrodestra, Forza Italia.

Riflessi nel paese delle elezioni sarde? Belpietro ha titolato : sono sardi ma non sordi! che tradotto vorrebbe dire. i sardi non sono fessi. Ma non si capisce in ragione di quale risultato egli giunga a tale conclusione. Vuole forse dire che i Cinquestelle  ormai li hanno sgamati tutti; o forse che la Lega ha stravinto sul PD, stando alle dichiarazioni di Bullo-Salvini: Lega-PD, 6 a zero, come a dire gli abbiamo fatto 'cappotto'? E chiaro che Belpietro  intendeva  la vittoria della Lega e la débacle del PD, che aveva governato prima la regione, e quella realissima dei Cinquestelle.

 Riflessi non ce ne saranno. Per  quelle c'è da attendere le elezioni europee, ammesso che la coalizione al governo riesca ad arrivarci unita. Si hanno le assicurazioni di Conte, di Salvini e Di Maio. Anche se qualche scricchiolio si comincia a sentire: Grillo che di Di Maio dice che non è all'altezza, e Toninelli che  invita Tria ( sulla TAV) a non dire come stanno le cose, ma a stare al contratto di governo.

 Intanto Salvini ha già avviato la sua nuova campagna, sulla legittima difesa, visto che quella sui migranti è apparentemente chiusa - lui, attenzione, sceglie sempre  i piccoli passi ( piccolo uomo per piccoli passi): ma cosa importa al Paese se per una decina appena di casi ogni anno, si pone il problema della legittima difesa, mentre vi sono problemi che toccano buona parte dei cittadini e che attendono soluzione dal Governo del 'Cambiamemtno'? - i Cinquestelle con i loro compari si sono accaparrati i vertici di importanti istituzioni, come ISTAT e INPS e molte altre, che adesso non potranno più remare contro - il PD è ancora alle prese  con i panni sporchi di famiglia da lavare, in attesa delle prossime imminenti primarie.

Berlusconi, ormai fuori gioco, nonostante che si stia spendendo oltre misura per tornare a galla, per il 'bene del paese' come va dicendo e come diceva anche quando per la prima volta scese in campo - lui ai suoi interessi non ha mai badato, il successo imprenditoriale gli è piovuto dal cielo senza che lui abbia mai mosso un dito - invita l'alleato (sul territorio non al governo del paese) Salvini a staccare la spina e a  mandare a fondo i Cinquestelle, i quali nonostante 'godano buona salute' secondo il verbo di Di Maio, meditano cambiamenti, importanti cambiamenti e novità, preannunciati ed in arrivo entro 48 ore al massimo.

 Ma nè la Lega, nè i Cinquestelle, e neppure il PD che comunque è all'opposizione, si chiedono  quale novità gli italiani si attendono, l'unica novità attesa da tempo, e cioè il LAVORO. Altro che migrazioni, legittima difesa, reddito di cittadinanza, quota 100. Lavoro, solo Lavoro vogliono gli Italiani!

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