giovedì 28 febbraio 2019

Il CAMBIAMENTO del GOVERNO gialloverde

Quasi ogni giorno, nell'osservare il comportamento del governo gialloverde, e dei suoi  singoli componenti, ci torna in mente il famoso film degli anni Trenta, 'Nerone' , protagonista Ettore Petrolini, e di esso una scena in particolare.

Nerone è  nel suo palazzo in compagnia dei fedelissimi, anzi del fedelissimo Tigellino, e si diletta a cantare accompagnandosi con la lira, mentre Roma brucia e va in malora. Sente giungere da fuori le grida insistenti ma confuse della folla che, di sotto, gli rimprovera di aver dato fuoco alla città e per questo vuole giustiziarlo: a morte Nerone, a morte l'incendiario!  Va da Tigellino e gli domanda cosa mai voglia tutta quella folla radunata sotto il suo palazzo. Tigellino, va alla finestra, l'apre, poi subito la richiude nel timore che l'imperatore ascolti ciò che la folla dice di lui; torna da Nerone e, all'orecchio gli sussurra: Litigheno! ( non possiamo garantire che la scena sia andata proprio così, perchè quel film noi non lo abbiamo mai visto tutto intero, ci fidiamo perciò del racconto della scena fattoci da un nostro carissimo amico che non c'è più, Giovanni Checchi, pittore, archeologo, arredatore nel cinema e tanto altro. 

 Ci è venuta in mente quella scena pensando all'attuale governo, perchè in effetti un governo, con tutti i crismi, non esiste oggi in Italia. Non serve perciò indignarsi quando il premier viene svillaneggiato in Europa. ha sbagliato chi lo ha fatto al Parlamento europeo, ma ciò che ha detto è quel che noi andiamo dicendo da tempo di Conte! Esiste un triumvirato che fa e disfa a suo piacimento, che si riunisce quando vuole, assume decisioni e poi le comunica alla compagine governativa, la quale può soltanto  prenderne atto e sottoscriverle.

 A ben guardare, il ristrettissimo gruppo del governo si restringe ancora ad una diarchia, che di fatto è una monarchia, retta da Bullo-Salvini, nella parte del Nerone petroliniano; mentre Spacconcello-Di Maio è Tigellino, e Conte il notaio che prende atto e trascrive le decisioni assunte da  Nerone -Salvini e comunicategli da  Tigellino - Di Maio.

 Mentre loro sono riuniti, per l'ennesimo vertice, che dura in pratica pochi minuti perchè non c'è nulla da decidere, essendo la decisione già presa da Nerone-Salvini; sotto Palazzo Chigi c'è una folla che grida contro Nerone-Salvini che con la sua politica ha più che incendiato Roma, immagine del paese. Nerone ordina a Tigellino di andare a sentire cosa vuole quella folla che se la prende con chi sta facendo il 'bene del paese: prima gli italiani', secondo il credo del novello Nerone;  Tigellino va alla finestra, l'apre ma la richiude in fretta per non far sentire a Nerone-Salvini la folla che grida: traditore, traditore, vogliamo lavoro, lavoro! Torna da Nerone-Salvini e gli sussurra all'orecchio qualcosa.   Nerone - Salvini annuisce con un cenno del capo  e poi, salutato il notaio, ordina a Tigellino-Di Maio di promulgare il decreto 'sicurezza'.

 Che è esattamente ciò che è accaduto nell'ultimo vertice di governo che ha avuto luogo proprio ieri.

 Il popolo chiede lavoro, e lui, Nerone.-Salvini- monarca assoluto di questo governo - risponde con il decreto sicurezza che sarà approvato dal Parlamento entro marzo. Il popolo chiede lavoro e lui gli dà sicurezza perchè il lavoro non c'è e lui non sa da dove cominciare per crearlo.

E gli altri ministri, compreso quello dell'economia, il prof. Giovanni Tria, in queste settimane chiamato in causa da più soggetti, dentro e fuori Italia, per le non positive previsioni economiche del nostro paese, che fanno?

 Tria si è azzardato a dire che se ogni giorno si cambiano decisioni strategiche, come sulle grandi opere, è difficile che investitori esteri investano in Italia. Lui ha parlato, anzi abbaiato, perchè è compito suo stare a guardia dei conti pubblici, come un cane fa con la casa del suo padrone.

A Tria, Macchietta-Toninelli - sì proprio lui, che non sa neppure mettere in fila l'uno dietro l'altro, soggetto e predicato - ha messo la museruola, impedendogli di abbaiare contro gli attentatori alla nostra economia: zitto! osserva il contratto. Poi dall'Europa arriva l'ennesisma bocciatura della manovra economica approntata dal governo gialloverde, e allora Macchietta -Toninelli gli toglie la museruola e gli ordina di abbaiare ai denigratori europei, E lui, da fedele cane da guardia, addestrato ad ubbidire al padrone, va a Bruxelles e abbaia contro tutti.  

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