domenica 17 febbraio 2019

'La paranza dei bambini' vince l'Orso d'argento a Berlino. Saviano: dedico il premio alle ong che salvano vite nel Mediterraneo

 Piranhas ( titolo internazionale del 'La Paranza dei bambini') si sono divorati un pezzo di Berlinale. Vince per la migliore sceneggiatura La paranza dei bambini, il film italiano in concorso tratto dal libro di Roberto Saviano che firma la sceneggiatura con Maurizio Braucci e il regista Claudio Giovannesi. Il film (titolo internazionale Piranhas appunto) racconta la parabola di un gruppo di adolescenti che si prende, armi in pugno, soldi, vestiti, potere, nel napoletano Rione Sanità. Ancora un trionfo alla rassegna tedesca, nell’ultima edizione di Dieter Kosslick che aveva fin dall’inizio apertamente apprezzato il film, che ha consegnato nel 2012 l’Orso d’Oro ai fratelli Taviani per Cesare deve morire e nel 2016 a Gianfranco Rosi con Fuocoammare. Il film è in sala in questi giorni.

Politiche le dediche sul palco dei tre protagonisti. Roberto Saviano: "Dedico questo premo alle ong che vanno nel Mediterraneo a salvare delle vite, scrivere questo film è significato mostrare l'esistenza e la resistenza che esiste: parlare della verità nel nostro Paese è diventato difficile". Braucci: "I ragazzi nel Sud Italia, come avete visto nel film, hanno bisogno di sostegno, più di quel che hanno ora, e per questo è importante l'amicizia dell'Italia con gli altri Paesi". Tanti ringraziamenti per il regista Giovannesi: "Grazie alla Berlinale per aver invitato il nostro film, grazie alla giuria, ai produttori del film, grazie ai ragazzi, i protagonisti di questo film. Grazie a Roberto per avermi chiamato come regista e a Maurizio per avermi accompagnato in questo viaggio. Dedichiamo il premio al nostro Paese con la speranza che l'arte, cultura e educazione siano ancora una priorità".

Non ci sono i giovani interpreteti del film che sono stati amatissimi a Berlino, tornati a Napoli dopo aver regalato allegria e vitalità sul tappeto rosso della Berlinale ed essere stati al centro di una affollata festa in loro onore in cui hanno ballato per tutta la notte.

Ad assegnare i premi la giuria, presieduta da Juliette Binoche e composta dal critico americano Justin Chang, l'attrice tedesca Sandra Hüller, il regista cileno Sebastian Lelio, il curatore museale statunitense Rajendra Roy, l'attrice, regista e produttrice britannica Trudie Styler. Il primo pensiero della presidente di giuria Binoche è stato per il grande assente, ufficialmente per motivi tecnici, il maestro cinese Zhang Yimou: "Ci dispiace non considerare un film, One second di Zhang Yimou, che vinse l'Orso d'oro al suo primo film qui a Berlino nell'88 con Sorgo Rosso ed è stato da allora una voce essenziale nel cinema internazionale".

Il premio al regista emergente va a Out stealing horses di Hans Pete Molland con protagonista Stellan Skarsgard.Talking about trees di Shaib Gasmelbari, prodotto da Germania, Sudan e Ciad, vince come migliore documentario: racconta di un gruppo di membri del Sudanese Film club che decidono di far rivivere un vecchio cinema: è l'occasione per parlare della storia di quel cinema e anche delle persecuzioni che i protagonisti hanno vissuto in quanto artisti dissidenti. Il premio come miglior film esordiente va a Oray di Mehmet Akif Buyukatalay, che racconta con stile quasi documentaristico la storia di un uomo perso nel complesso sistema di fede islamico, una produzione tedesca e turca.
La cerimonia si è aperta con un lunghissimo omaggio al direttore uscente Dieter Kosslick, questa era l'ultima edizione, si chiude un'era durata diciotto anni. Spumeggiante e spiritoso come sempre il direttore si è soffermato per abbracciare in platea il suo successore, l'italiano Carlo Chatrian, già alla guida del Festival di Locarno.

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