Politiche le dediche sul palco dei tre protagonisti. Roberto Saviano: "Dedico questo premo alle ong che vanno nel Mediterraneo a salvare delle vite, scrivere questo film è significato mostrare l'esistenza e la resistenza che esiste: parlare della verità nel nostro Paese è diventato difficile". Braucci: "I ragazzi nel Sud Italia, come avete visto nel film, hanno bisogno di sostegno, più di quel che hanno ora, e per questo è importante l'amicizia dell'Italia con gli altri Paesi". Tanti ringraziamenti per il regista Giovannesi: "Grazie alla Berlinale per aver invitato il nostro film, grazie alla giuria, ai produttori del film, grazie ai ragazzi, i protagonisti di questo film. Grazie a Roberto per avermi chiamato come regista e a Maurizio per avermi accompagnato in questo viaggio. Dedichiamo il premio al nostro Paese con la speranza che l'arte, cultura e educazione siano ancora una priorità".
Non ci sono i giovani interpreteti del film che sono stati amatissimi a Berlino, tornati a Napoli dopo aver regalato allegria e vitalità sul tappeto rosso della Berlinale ed essere stati al centro di una affollata festa in loro onore in cui hanno ballato per tutta la notte.
Ad assegnare i premi la giuria, presieduta da Juliette Binoche e composta dal critico americano Justin Chang, l'attrice tedesca Sandra Hüller, il regista cileno Sebastian Lelio, il curatore museale statunitense Rajendra Roy, l'attrice, regista e produttrice britannica Trudie Styler. Il primo pensiero della presidente di giuria Binoche è stato per il grande assente, ufficialmente per motivi tecnici, il maestro cinese Zhang Yimou: "Ci dispiace non considerare un film, One second di Zhang Yimou, che vinse l'Orso d'oro al suo primo film qui a Berlino nell'88 con Sorgo Rosso ed è stato da allora una voce essenziale nel cinema internazionale".
Il premio al regista emergente va a Out stealing horses di Hans Pete Molland con protagonista Stellan Skarsgard.Talking about trees di Shaib Gasmelbari, prodotto da Germania, Sudan e Ciad, vince come migliore documentario: racconta di un gruppo di membri del Sudanese Film club che decidono di far rivivere un vecchio cinema: è l'occasione per parlare della storia di quel cinema e anche delle persecuzioni che i protagonisti hanno vissuto in quanto artisti dissidenti. Il premio come miglior film esordiente va a Oray di Mehmet Akif Buyukatalay, che racconta con stile quasi documentaristico la storia di un uomo perso nel complesso sistema di fede islamico, una produzione tedesca e turca.
La cerimonia si è aperta con un lunghissimo omaggio al direttore uscente Dieter Kosslick, questa era l'ultima edizione, si chiude un'era durata diciotto anni. Spumeggiante e spiritoso come sempre il direttore si è soffermato per abbracciare in platea il suo successore, l'italiano Carlo Chatrian, già alla guida del Festival di Locarno.
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