martedì 26 febbraio 2019

Gli anni di TOSCA. Epistolario di Giacomo Puccini. Volume secondo

  Rileggiamo ciò che scrivemmo un anno fa circa, in questo blog, e che è in stretta relazione con ciò che stiamo per scrivere.

"Repubblica racconta di un ritrovamento recentissimo ( musiche organistiche ma anche una pagina  del già noto 'preludio a orchestra', inciso da Chailly e che noi facemmo eseguire in un Concerto di Capodanno alla Fenice) nella Villa di Torre del Lago di Puccini, villa che è stata vietata agli studiosi dall'ultima erede del musicista, Simonetta Puccini, scomparsa da poco (dicembre 2017).  

Studiosi addentro alle cose pucciniane, in diverse occasioni, hanno manifestato il timore che alcuni documenti importanti possano essere addirittura scomparsi e che di altri Simonetta Puccini non consentisse la visione per fini di studio.


Fatto gravissimo, gli studiosi non hanno potuto pubblicare nel primo volume dell'edizione critica dell'epistolario, il testo di alcune lettere del musicista  il cui contenuto riguardante sua moglie, secondo l'erede Puccini ne avrebbe offeso la memoria.  Questo, per decisione degli eredi - come si legge nel prezioso volume - che poi era Simonetta Puccini. Un esempio di come gli eredi di una grande personalità possono danneggiarne l'immagine,  oltre che creare problemi agli studiosi, anche a quelli esclusivamente interessati alla musica e affatto a vicende personali e sentimentali. Ora, dopo la morte della Puccini, le porte della Villa di Torre del Lago saranno aperte a tutti e anche lì dentro entrerà finalmente aria nuova, oltre agli studiosi.  ( La Repubblica aprile 2018).

Ora, a distanza di tre anni appena dal primo volume dell'Epistolario di Giacomo Puccini,  sotto l'egida del Comitato  preposto alla 'Edizione nazionale delle opere di Giacomo Puccini', esce il secondo volume (degli otto complessivi previsti, più due di supplementi e documenti) nella cui prefazione si accenna ad un problema che anche noi suscitammo: la mancata pubblicazione del testo di alcune lettere inviate  dal musicista a sua moglie. Ora che Simonetta Puccini è morta, sarebbe opportuno che quelle lettere, in un prossimo volume, in speciale appendice vengano restituite agli studiosi nella loro integrità.
 Accenniamo, lodevolmente, ai pochi anni trascorsi fra la pubblicazione del primo e il secondo volume dell'epistolario pucciniano, perché in genere , in Italia, opere simili si sa quando si cominciano e mai quando e se si finiscono, perché le incompiute sono assai più frequenti delle opere completate, in ogni campo; anche se c'è da registrare che un paio di casi  analoghi, ma rarissimi fanno ben sperare. L'epistolario di Rossini ,  la cui pubblicazione altrettanto corposa ed impegnativa è stata felicemente portata a termine, a cura della Fondazione pesarese intitolata al musicista; e  l'epistolario di Bellini pubblicato di recente, con tutti i crismi della ricerca moderna, sempre dal benemerito editore  Leo S. Olschki di Firenze.

Questo secondo volume che va dal  1897 al 1901 - quando il musicista aveva  da 38 a 43 anni, sono segnati soprattutto, per la produzione musicale dalla composizione e debutto di Tosca, che avvenne all'Opera di Roma il 14 gennaio 1900, con successo e soddisfazione dell'autore, presente alle lunghe stancanti prove ed al battesimo del palcoscenico ( il musicista seguirà quasi sempre le prove dei successivi debutti di questa come di altre sue opere, per il timore che  non venisse rispettata la sua volontà).

A chi non è addentro alla musicologia e trova strano che un Epistolario possa far parte integrante della 'Edizione nazionale delle sue opere', va rammentato che dalle lettere oltre alle vicende personali si apprendono molte più cose, importanti, sulle opere, sulla scelta dei soggetti, sul rapporto con i librettisti, sulla composizione, strumentazione, su ripensamenti e modifiche della prima stesura, sulle cause alla base delle diverse versioni, ove  ve ne siano, sulla scelta di interpreti per il debutto in scena, sulla critica e la considerazione che di essa aveva un musicista.

Tale ricchezza di notizie è naturalmente in stretta relazione e dipendenza  dalla volontà di manifestarsi e raccontarsi dello scrivente. E Puccini  si racconta e molto, ed ama raccontarsi. Come attesta anche questo secondo volume che, sebbene ristretto ad un arco di tempo ridottissimo,  presenta una fitta corrispondenza che ha destinatari identici a quelli del volume precedenti,  parenti ed amici in primo luogo, ma ad essi aggiunge ora quelli di un musicista affermato ed in piena attività: editori, librettisti( ai quali chiede di continuo 'accomodi'. Il volume si apre, manco a farla apposta, con una richiesta di 'accomodi' al librettista Illica, per Tosca) impresari, interpreti.

 Nei cinque anni, oggetto del volume,  le lettere sono considerevolmente aumentate:855 ( il primo volume che copre l'arco di un ventennio ne contiene 784); come parallelamente sono anche aumentati i suoi corrispondenti, che hanno raggiunto le 165 unità.

 Anche la scrittura acquista  maggiore libertà. Puccini si esprime spesso in versi, spesso burleschi, acclude disegni e non si fa scrupolo di rivelare anche particolari pruriginosi nelle lettere ad amici - riferisce degli incontri con la famosa misteriosa Corinna,  giovane studentessa, con la quale avrà una relazione, conosciuta in treno mentre si recava a Torino per la messa in scena di Tosca, dopo la prima a Roma. All'amico Nomellini, senza pudore, parlando di Corinna, confessa :"A Torino troverò (combinata) un pezzo di vagina fresca  che spero mi farà dimenticare i miei 40 anni suonati".

Non mancano accenni alle grandi passioni di quegli anni, anzi di semrpe di Puccini: le macchine, dopo le biciclette,  i motoscafi, la caccia, oltre le donne naturalmente, e l'amatissima campagna di Torre del Lago, di cui sente grande nostalgia quando è lontano. Scrive alla sorella Ramelde: " Per me la campagna è un bisogno, è un'urgenza come quando scappa forte e c'è gente e non si può fare!"- immagine pesante ma efficacissima

 Non  meno interessante, relativamente a Tosca, la corrispondenza con il sacerdote  romano don Pietro Panichelli, riguardanti la musica sacra e le campane romane; a lui raccomanda alla vigilia del debutto dell'opera: " Gli amici di Roma, meno bataclan faranno intorno alla mia persona, più grato mi avranno"(Il termine 'bataclan' divenuto tragicamente famoso per la strage terroristica nell'omonimo locale parigino, era ben noto essendo anche il titolo di una operetta di Offenbach). A lui si apre confessando  elementi del suo carattere:" Io dopo le sacramentali tre recite ( se non mi fischiano alla prima), mi rendo latitante...Altro che banchetti, ricevimenti, visite ufficiali".

 Non sembra distogliere l'attenzione, anche in prossimità del debutto o di una ripresa di una sua opera dalle incombenza famigliari e dalla cura sempre vigile  che metteva  nella costruzione o ristrutturazione di case e ville - altra sua passione: 'mal del calcinaccio'. 

 In una lettera a Eugenio Checchi, suo amico, mentre lavorava a Tosca (" Ora ho fra le grinfie Tosca che m'attosca l'esistenza per le sue difficoltà..." traccia un breve profilo autobiografico, nel quale racconta - per sbadatezza e anche per la fretta -  che la sua inclinazione per la musica venne addirittura che aveva già 17 anni:" ...udendo l'Aida a Pisa mi si aprì lo sportello musicale". Il che è  lampantemente falso!

 Nelle lettere che chiudono questo secondo volume si accenna all'inizio dell composizione di Madama Butterfly.

Preziosi  oltre che ricchi e documentatissimi, gli apparati, oltre l' appendice che segnala otto lettere senza testo:Personalia - Localia e gli Indici di destinatari e nomi.

 Giacomo Puccini. Epistolario. Vol.II  1897-1901. A cura di Gabriella Biagi Ravenni e Dieter Schickling. Leo S. Olschki Editore. Pagg. 701. Euro 80,00)




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