Vinta la battaglia, ora occorre vincere la guerra; ma la vittoria sembra essere sempre più lontana per il Governo gialloverde che è andato avanti finora con promesse su promesse, spendendo soldi che non aveva ed ora, per la fretta di fare qualcosa prima delle 'idi' di maggio, ventila la possibilità di portare al Monte dei pegni le riserve d'oro che sono depositate presso la Banca d' Italia a garanzia del debito pubblico. Imbrogliando vogliono portare le stesse riserve per una seconda volta al Monte dei pegni facendo finta di ignorare che quelle riserve sono già impegnate.
E fanno come quei 'capifamiglia' - termine tanto caro e troppo spesso evocato da Bullo-Salvini ad immagine della sua azione di governo - che trovandosi con l'acqua alla gola, spogliano mogli e figlie di quei pochi oggetti d'oro, ancora rimasti in casa, e corre al Monte di Pietà per ottenere un prestito. E se quel prestito del Monte di Pietà non riuscirà a salvarlo dall'affogamento certo, a cos'altro ricorrerà?
I contrattisti del Governo gialloverde tirano in ballo il fatto che quell'oro è degli italiani, dando per scontato che loro, i due partiti al governo, votati forse da un terzo degli italiani degli aventi diritto, s non sono 'gli italiani' proprietari di quell'oro. Se dovessero riuscire a mettere le mani anche su quell'oro - cosa che tutti scongiurano per la sopravvivenza del paese - l'Italia si troverebbe con le classiche 'pezze al culo' che non riuscirebbero più a coprire le vergogna.
Ma noi , d'ora in avanti, siamo preoccupati oltre che per il governo, per una coppia di nostri colleghi che di quel governo sono fiancheggiatori e 'laudatores' senza vergogna: Marco Travaglio e Mario Giordano, gemelli per ventura - chi dei due potrebbe offendersi del gemellaggio indotto?
Sia Trava che Giorda spalleggiano e difendono a spada tratta il governo, dopo essersi spartiti, a ruoli invertiti per le modalità, quale dei due contrattisti sostenere, il che rende ancora più interessante il gemellaggio.
Mentre Trava spalleggia Spaccone -Di Maio & Bambola-Conte, con toni e faccia truce che sarebbero più adatti a Bullo-Salvini; Giorda sostiene il Bullo, con sceneggiate da comico più adatte allo Spaccone, e ancor più a Macchietta-Toninelli, che conta nel governo, quanto Savona che è fuori, con la differenza che il vecchio ci capisce e lui non ci capisce una' beneamata mazza' ( secondo la vulgata Di Maio).
Chi ha avuto almeno una volta la ventura di seguire le comiche di 'Fuori dal Coro', protagonista Giorda, o le comparsate quasi giornaliere di Trava a 'Otto e mezzo' converrà pienamente con noi.
E come noi si preoccuperà del loro destino futuro?
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