Una delegazione venezuelana di Guaidó ieri è stata ricevuta al di qua e al di là del Tevere: al Viminale, alla Farnesina e in Vaticano. E il presidente provvisorio rende pubblica una «Lettera agli italiani» per ottenere sostegno, riconoscimento e aiuti umanitari.
Per quanto riguarda la Santa Sede, è stato il portavoce Alessandro Gisotti a informare dell’incontro «in Segreteria di Stato». I delegati erano Francisco Sucre, presidente della commissione affari esteri dell’Assemblea nazionale, Rodrigo Diamanti, responsabile per l’Europa degli aiuti umanitari, Antonio Ledezma, ex sindaco di Caracas, sua moglie, Mitzi de Ledezma, e infine Marinellys Tremamunnola, presidente dell’Ong «La piccola Venezia». Avrebbero dialogato con il sostituto per gli Affari generali, il venezuelano monsignor Edgar Peña Parra. Nelle conversazioni è stata ribadita la vicinanza del Papa «al popolo venezuelano, principalmente a quelli che soffrono - comunica Gisotti -. Inoltre, è stata sottolineata la preoccupazione perché si trovi con urgenza una soluzione giusta e pacifica», sempre nel rispetto «dei diritti umani». Soprattutto, «evitando uno spargimento di sangue». I Sacri Palazzi dunque restano sulla stessa linea prudente, quella definita dal cardinale segretario di Stato Pietro Parolin una «neutralità positiva».
La lettera agli italiani
Qualche ora più tardi la delegazione del leader dell’opposizione a Nicolas Maduro è stata ricevuta anche dal vicepremier Matteo Salvini. E c’è stata anche una telefonata «cordiale» tra Salvini e Guaidó. Il ministro dell’Interno - informa il Viminale - «ha confermato la dura presa di posizione nei confronti di Maduro» e il «pieno sostegno al percorso costituzionale per arrivare al più presto a elezioni libere». Poi la spedizione venezuelana si è spostata dal ministro degli Affari Esteri, Enzo Moavero, che - ha comunicato la Farnesina - l’ha accolta anche a nome del premier Giuseppe Conte.
A tutto questo si aggiunge la «Lettera agli italiani» scritta e resa nota da Guaidó, in cui non esita a evidenziare che «59 Paesi e il Parlamento europeo hanno riconosciuto l’Assemblea Nazionale», mentre l’Italia «è uno dei pochi che non ha ancora riconosciuto questo percorso». Guaidó dice che «con profondo sconcerto non ne comprendiamo le ragioni». Non capiscono, dice, perché il Paese europeo «a noi più vicino non prenda una posizione chiara contro il dittatore Maduro e non chieda libere elezioni, sotto l’egida della comunità internazionale, e lo sblocco degli aiuti umanitari».
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