martedì 12 febbraio 2019

I Cinquestelle saranno capaci di riflettere sulla dura confitta in Abruzzo? (AGI)

Serve una riflessione seria e un cambio di rotta. Ma anche un dialogo "più rassicurante" con la gente per bilanciare il peso ormai preponderante di Matteo Salvini. È quanto pensano molti tra i 5 stelle all'indomani del deludente risultato ottenuto alle elezioni regionali in Abruzzo, quel 19,5% che brucia rispetto al boom delle ultime elezioni politiche, quando il 4 marzo 2018 il M5s riuscì a conquistare il 39,9%. Calo che, seppur più contenuto, si registra anche rispetto alle ultime regionali abruzzesi del 2014: in quell'occasione i 5 Stelle, infatti, ottennero il 21,36%.

Ma numeri a parte - dentro il M5s si ricorda che le elezioni regionali tradizionalmente non premiano il Movimento - tornano in primo piano alcuni temi tabù: in primis il nodo alleanze su cui, spiegano all'AGI fonti parlamentari 5 Stelle, non si vuole cambiare idea perché "troppo rischioso" aprire a liste civiche nelle quali "non sai mai chi trovi, quali 'portatori di voti' che si spostano da una parte all'altra". Semmai, spiegano le stesse fonti, si potrebbe ragionare su un discorso opposto: "Pensare di fare una legge che stabilisca che un candidato possa essere appoggiato da una sola lista e non da 8 liste come accade oggi" viene spiegato. Anche se tra i 5 Stelle non manca chi vorrebbe prendere in considerazione l'idea di alleanze locali per "non rischiare sempre di restare fuori da tutto".

Il nodo della comunicazione
Di certo i vertici 5 Stelle dovranno ragionare su come trovare un 'punto di svolta' per correggere il tiro, in vista soprattutto del prossimo cruciale appuntamento delle Europee di fine maggio. Anche se al momento nessuno mette in discussione la vita del governo: secondo i pentastellati non si rischia nessuna crisi anche se il risultato abruzzese obbliga, così sostengono alcuni parlamentari 5 stelle, a rivedere temi e modi comunicativi.

Secondo fonti parlamentari qualificate, il nodo sarebbe quello della comunicazione: Salvini - questo è il ragionamento in casa M5s - ha pochi temi su cui batte (immigrazione, sicurezza e ora legittima difesa) ed ha una grande padronanza della comunicazione mediatica tra interviste, slogan, uso dei social e anche dei sondaggi. I 5 stelle, invece - questa è l'autocritica che si fa in queste ore - hanno messo 'troppa carne al fuoco', troppi provvedimenti - dal dl Dignità al reddito di cittadinanza - senza comunicarli in modo efficace.

Invece, questa la volontà del M5s, bisogna andare avanti "con calma e spiegare bene ai cittadini cosa abbiamo fatto". Ma tra i parlamentari 5 Stelle c'è anche chi pensa che il problema stia nel merito dei provvedimenti: troppi danno la sensazione di offrire una 'elemosina' a fasce mirate di popolazione, e tra questi si citano le misure contro la ludopatia "che ci ha messo contro tutti i baristi" osserva un parlamentare di lungo corso; ma anche la legge anticorruzione, quella ribattezzata 'spazzacorrotti' "che ci ha messo contro tutti gli avvocati" aggiunge la stessa fonte. Insomma, prosegue il ragionamento, servirebbero norme che possano incidere sulle tasche di una platea più vasta di italiani, come l'eliminazione dell'accise sulla benzina per fare un esempio, invece che introdurre l'ecotassa.

Di Battista è stato un valore aggiunto?
C'è chi esprime qualche perplessità anche sul ruolo di Alessandro Di Battista che con i suoi interventi da 'battitore libero' finora non ha spostato più di tanto nel consenso elettorale, viene sottolineato. Di sicuro in molti sono convinti che bisogna fare autocritica per capire i punti deboli della strategia politica M5s, in 'sofferenza' dopo 8 mesi di governo con la Lega, e per "intercettare i bisogni e le aspettative delle persone". Qualche deputato neoeletto riconosce al Movimento "basi e ideali" ma sprona a relazionarsi con tutte le componenti della società, "molte delle quali - spiega la stessa fonte - sono disorientate per mancanza di riferimenti".


Non bisogna far cadere nel vuoto il 'campanello d'allarme' rappresentato dal voto in Abruzzo, è il monito che arriva praticamente da quasi tutti. Qualche parlamentare vorrebbe un'assemblea congiunta per parlarne ma, secondo quanto si apprende, al momento non è prevista. Mentre, sempre secondo quanto viene riferito all'AGI, questa sera dovrebbe esserci un momento di confronto tra Luigi Di Maio (che non ha ancora commentato i risultati elettorali), i ministri M5s e i capigruppo di Camera e Senato.
Si tratta dell'usuale riunione del martedì sera che alla luce però del voto abruzzese, avrebbe una rilevanza significativa.

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