Domani è il gran giorno della dismissione di responsabiltià dei Cinquestelle al Governo. Non volendosi assumere tutta intera la responsabilità di mandare sotto processo Salvini per il 'Caso Diciotti' - come sarebbero tenuti a fare per statuto del loro movimento - demandano, fintamente, la decisione alla rete. la quale è chiamata a rispondere SI per non farlo processare e NO per farlo, invece, processare. Un imbroglio denunciato perfino dal comico ex capo e fondatore del Movimento.
Quanti andranno a votare? Due o tremila grillini nella migliore delle ipotesi, su una platea di votanti del paese che supera una cinquantina di milioni. Sì, solo due o tre mila, se ci ricordiamo che alle cosiddette 'Parlamentarie' molti candidati avevano ottenuto qualche decina di voti appena. Dunque referendum del ciufolo, dal risultato, comunque vada, INSIGNIFICANTE ed anche ININFLUENTE. E tutto in famiglia, perché sulla partecipazione e sul risultato dobbiamo necessariamente attenerci a ciò che verrà dichiarato dai gestori della Piattaforma. Dalla quale , con tutte le precauzioni del caso, potrebbe anche venir fuori - sempre che non sia stata prima addomesticata - che i favorevoli e contrari all'autorizzazione a procedere in tribunale contro Salvini, siano metà e metà. Che fare allora? Come leggere il risultato, se ci fosse una differenza di poche unità appena fra i due possibili schieramenti?
Noi non CREDIAMO neanche ad una sola parola di quel che ci verrà detto domani dai Rousseau, che diranno come vorranno che avessero votato gli iscritti.
Senza considerare che, nel caso in cui votassero per la non autorizzazione a procedere, gli unici ad essere processati, dopo l'assunzione di responsabilità del premier e dell'altro vice, potrebbero essere i due esponenti grillini, Conte e Di Maio. Questa sì che sarebbe una bella vendetta, a seguito degli imbrogli messi in atto per scrollarsi di dosso la responsabilità di una decisione che è scritta nel loro statuto e non ammetterebbe deroghe.
Ma ammettiamo che alla fine le votazioni, domani dalle 10 alle 19, si svolgano secondo le regole e non ci siano imbrogli, e che a votare siano quei due o tremila iscritti a votare sulla Rouisseau.
Due sono le ipotesi. Potrebbero essere i due o tremila 'geni' fra i pochi altri italiani. Dovremmo dare loro credito? Certo rappresentano la parte più qualificata del paese. E se, invece, fossero i due o tremila 'coglioni' fra i tantissimi che l'Italia, come qualunque altro paese al mondo, ha fatto crescere, che fare? Dobbiamo comunque dare loro ascolto?
A noi non frega nulla del risultato. Il problema questa volta è dei grillini, i quali, se il risultato del referendum, cosiddetto, 'familiare', dovesse scagionare Salvini, potrebbero sempre dire ai dissidenti del Movimento che loro, invece, lo avrebbero messo alla sbarra. E, tuttavia, credendo nella democrazia diretta, comodissima in questo caso, hanno chiesto al 'popolo' che ha Conte come avvocato, come sbrogliare la matassa.
Ma allora uno vale uno o no? Oppure si comporteranno come le giurie al criticatissimo Sanremo, e cioè che l'esito del voto popolare ( qualche migliaio, cioè inesistente!) quale che sia, sarà capovolto dalla giuria 'di qualità' ( commissione addetta o senatori )che proprio come a Sanremo non capisce 'una beneamata ceppa' - seconla la 'treccani grillina', di quello che fa?
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