venerdì 22 febbraio 2019

Canta sempre fuori dal coro. La condanna a vita del povero Mario Giordano

Il 'troppo' noto giornalista di Rete 4, Mario Giordano, che con i suoi libri di denuncia (per molti 'finta' denuncia) fa oggi il 'grillo parlante' in numerose trasmissioni che lo invitano proprio perchè  cantando 'fuori dal coro' attira ascoltatori, non si rende conto che proprio quella sua posizione rispetto al coro è la sua condanna.

 Lui interpreta, e vuole che  facciano altrettanto  i suoi telespettatori, il 'cantare fuori dal coro' come un vanto, in ragione del fatto che i giornalisti sono, molto spesso, omologati su posizioni dettate dai loro editori, i quali arrivano a costituire una  sorta di cartello. Dal quale sono 'fuori' coloro i quali cantano nel coro 'altro', perchè di cori ve ne sono sempre almeno due. Uno che fa il 'canto' e l'altro il 'controcanto'. Il primo in favore di chi sta al potere, il secondo per chi sta all'opposizione. E dunque almeno in un caso, cantare fuori dal coro, può  essere giusto e salutare, ma in un caso solo che, a scanso di equivoci, è quello di chi fa il controcanto  a chi sta al potere.

 Ma cantare 'fuori dal coro' ha anche un altro significato che Giordano non conosce o fa finta. Ed è di colui che, stonando, non può che cantare fuori dal coro, nel quale non verrà mai ammesso fino a quando non aggiusterà il suo canto e la relativa voce che, nel caso di Giordano,  accentua la sua insopportabilità per l'orecchio, da parte degli ascoltatori. Ma noi non ci fermeremo a sottolineare un problema per lui irrisolvibile, non siamo tanto meschini.

Vogliamo invece sottolineare che lui, per distinguersi,  diventa ogni giorno più insopportabile per gli argomenti che affronta e per il modo in cui lo fa. E finirà per esserlo anche per il drappello, esiguo, dei suoi fedelissimi. In queste settimane, Giordano, dichiaratamente filo-salviniano dalla prima ora,  che, per salvare la capra, il caprone, ha salvato salva anche i cavoli, i Cinquestelle,  punta continuamente  il dito sui disordini che quotidianamente si verificano nel Paese, sulle minacce alle forze dell'ordine, ed altro ancora della medesima musica.
Solo che sbaglia bersaglio: tutte le cose che dice, nessuna esclusa, non dovrebbe dirle ai telespettatori, bensì al suo beneamato Salvini. Chi altri, se non lui deve  provvedere a che certi disordini non si verifichino più? Basta occuparsi dei migranti se ormai, chiusi i porti, non arrivano più; cominci ad interessarsi ed occuparsi dell'INTERNO, come recita il suo dicastero.
 E questo Mario Giordano lo sa  o non lo sa? A che gli serve, cantare fuori dal coro e vantarsene pure, se sbaglia musica e pubblico?

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