Partiamo dal Fatto, dove oggi Domenico De masi prende in esame la crisi crescente dei giornali, in Italia più acuta ed inarrestabile che altrove, e prova a individuarne le ragioni, che sono ovviamente di vario tipo, e non tutte imputabili all'avvento dell'elettronica. Perchè, infatti, c'è la scarsa capacità degli italiani a mettere una dietro l'altra le parole per comporre una frase, la difficoltà a capire quel che si legge, ma anche , oltre gli scarsi mezzi di cui oggi dispone la carta stampata che sembra aver perso appeal rispetto ad altri mezzi di comunicazione come veicoli pubblicitari, c'è la scarsa attendibilità dei giornalisti e la omogeneità di quasi tutte le testate, anche appartenenti a diversi editori. Insomma i giornalisti non sono credibili e i giornali sono tutti uguali. Come dargli torto?
Terminata la lettura del lungo articolo di De Masi, supercircostanziato, siamo passati a sfogliare il Corriere, fermandoci soprattutto alle pagine culturali, ed in modo speciale a quelle che toccano - una rarità ormai - la musica.
Dove leggiamo, in un articolo a firma Enrico Girardi, critico del quotidiano, dell'inaugurazione di stagione al Petruzzelli di Bari: un articolo lungo 34 righe, e ben 13 di una tale idiozia da farci sobbalzare sulla sedia. Le riportiamo fedelmente:
" Si chiude così il cerchio delle inaugurazioni delle fondazioni liriche italiane. Con un dato che fa riflettere: otto teatri d'opera su tredici infatti hanno aperto con un titolo verdiano. Senza discutere l'amore per Verdi, ci si domanda se il fenomeno sia un bene o un male.
Se è frutto del pensiero che 'italiano è bello' va ribadito infatti che non di solo Verdi vive l'opera italiana. Se invece è frutto di un calcolo di botteghino, sembra che si tenda a dimenticare che il sostegno pubblico si eroga in ragione della diffusione della cultura musicale. Di tutta la cultura musicale, non solo di Verdi".
Dunque al noto critico, che in questo caso si è anche arrischiato a riflettere, non sta bene che di Verdi, in Italia, come nel resto del mondo l'operista più rappresentato, assieme a Puccini, Wagner e Mozart e Bizet, relativamente a Carmen, sia stato scelto un titolo per la serata inaugurale dalla maggior parte dei teatri italiani. Mentre, di conseguenza, gli andava bene quando alla Scala, nell'era Lissner, neanche l'anno verdiano 2013 ( e wagneriano, ad onor del vero) la stagione venne inaugurata con un titolo wagneriano, se allora non protestò alla stessa maniera e non ci rese partecipi di un analogo pensiero profondo. Ci piacerebbe sapere se la diffusione della cultura musicale di cui parla, si fondi sulla convinzione : meno Verdi più Pacini. E se un suo omologo in Inghilterra potrebbe mai lamentare, al pari di lui, che nel suo paese si faccia troppo Shakespeare.
Tralasciamo il particolare, non del tutto irrilevante, che, a scorrere i cartelloni delle fondazioni, vi compaiono molti titoli che non appartengono proprio al grande repertorio, Verdi in testa; e che perciò, se le inaugurazioni, quest'anno, sono soprattutto verdiane, il noto critico non deve dimenticare che Verdi, secondo la vulgata operistica, è il più grande autore di teatro musicale, con Wagner, che a Girardi va più a genio del nostro. In questo caso, nessuno lo contesterebbe, qualora non scrivesse tutte quelle idiozie che ha scritto oggi.
Gli potremmo dire: se sapevi che a Bari facevano l'ennesimo Verdi perchè ci sei andato? Se per assolvere, svogliatamente, ad un dovere derivante dal fatto che anche il Petruzzelli fa pubblicare almeno una volta a stagione le pagine cosiddette 'Eventi' anche sul tuo giornale, a pagamento, ottenendo in cambio che una volta a stagione un critico recensisca un suo spettacolo, male hai fatto. Perchè non hai reagito? Perchè di fronte ai soldi... con la crisi dei giornali già è tanto se ti viene erogato lo stipendio.
E, comunque, non hai nessuna giustificazione per aver scritto quelle idiozie, autentiche idiozie, con le quali hai riempito un pezzo che avresti dovuto impiegare per scrivere ben altro. Posso aggiungere, in tutta sincerità cosa penso della cosa e come reagirei? Se fossi il presidente dell'Associazione dei critici musicali, ti avrei già radiato dall'associazione, e se avessi un pò di potere di quello che male amministra Salvini, ed io amministrerei in funzione della salute pubblica, ti avrei perfino inibito l'esercizio della professione. La mala pianta va tagliata alla radice, senza pietà.
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