"La prossima stagione estiva di opera e balletto del Teatro dell’opera di Roma permetterà agli spazi delle Terme di Caracalla di fare da palco al ritorno dell’Aida, dopo otto anni di assenza. L’opera di Verdi, che venne rappresentata per la prima volta all’aperto nel 1938, venne poi interrotta per via della guerra, e dal 1945 non è stata riproposta quasi mai fino al 2011.
Il giorno di apertura della stagione è il 4 luglio, proprio con questo attesissimo spettacolo. Gli appuntamenti saranno tanti: l’agenda sarà piena da inizio luglio fino all’8 agosto 2019, con 32 eventi pensati per intrattenere le notti estive di romani e turisti. “Tra il fascino delle rovine e il fresco delle notti romane, abbiamo puntato, nella prossima estate come in quelle trascorse, a titoli di grande richiamo e al tempo stesso ad allestimenti di qualità- ha detto il sovrintendente del Teatro dell’Opera, Carlo Fuortes- Ritorna così dopo molti anni Aida, un titolo molto amato e legatissimo allo spazio delle antiche Terme”.
L’allestimento sarà diretto da Jordi Bernacer mentre la regia, le scene, i costumi e le luci saranno sotto l’attenzione di “un regista raffinato come Denis Krief”, con l’intento di “far rivivere la chiave intima della vicenda, accanto ai suoi aspetti maestosi e celebrativi” alla platea di 4.500 spettatori che il palcoscenico archeologico può ospitare".
Questo si è letto ieri sui giornali
Una premessa
Il sovrintendente ha ricordato che le serate a Caracalla 2019 saranno 32 e che la platea ha una capienza di 4500 posti. Il che vuol dire che si avranno a disposizione complessivamente 144.000 posti. A fine stagione vedremo quanti sarà riuscito a riempirne con la sua stagione che si avvale anche di 'extra' straordinari - è un suo pallino, e lo ha ereditato dalla precedente permanenza all'Auditorium di Roma. Andrà come andrà ma per lui sarà sempre un successo! Mentre noi, più volgarmente, quattro conti li faremo anche questa volta.
E adesso veniamo alla cosiddetta 'bufala' su AIDA
Sebbene manchi da Caracalla da una decina d'anni, non è la prima volta che si fa Aida senza elefanti e senza il solito circo di animali. Se la memoria non ci inganna ne rircordiamo una, con i grandiosi ruderi investiti da proiezioni suggestive (ad opera del regista Miccichè?)
Comunque la storia della 'chiave intima della vicenda' che alle Terme verrebbe messa in luce da un regista 'raffinato' come Krief ( al solo sentirla questa sciocchezza ci verrebbe da chiedere l' estromissione di Fuortes dal consesso dei musicologi, anche di quelli 'della domenica') non è la prima volta che la sentiamo. Puntualmente vine tirata in ballo ogni volta che, per qualche ragione, non si dispone di spazi e mezzi idonei a perpetuare l'immagine tradizionale che abbiamo dell'opera di Verdi.
Ricordiamo di averla sentita almeno un'altra una volta da Marcello Panni, invitato a dirigere Aida in un teatro delle Marche, piccolo e con pochi mezzi, il quale si appellava al fatto che la storia di Aida è una storia 'intima' che lui, dal podio, avrebbe messo in luce. Esattamente, come assicura Fuortes, farà Krief da regista.
E' chiaro che ANCHE senza elefanti si può fare Aida. E del resto si può adattare l'opera anche ad uno spazio piccolissimo, come fece magnificamente Franco Zeffirelli molti anni fa nel minuscolo teatro di Busseto, con soluzioni (anche per la marcia trionfale, che perciò non ne ebbe a soffrire) innovative e geniali.
Diverso è il discorso quando si presenta un'opera come Aida in spazi giganteschi come le Terme, anche senza elefanti. Fuortes mette le mani avanti per evitare di dirci che non ha i soldi per una scenografia imponente come le terme richiederebbero? Li ha spesi in buona parte due anni fa per Traviata affidata alla coppia Coppola.-Valentino? Le soluzione che si possono adottare - ZEFFIRELLI insegna - sono tante.
Una spiegazione analoga ci sembra di averla sentita da un noto direttore, il compianto Giuseppe Sinopoli, ma anche da altri per una ragione similare.
Sinopoli, quando andò via dall'Accademia e giurò che a Roma non avrebbe mai più diretto, fintanto che la Capitale non avesse avuto un auditorium degno di questo nome, a dirigere a Roma tornò, contando eccessivamente, ma incautamente, sulla memoria corta dei romani. Dove tornò a dirigere? Nel Teatro Olimpico che auditorium non è, ed anzi era un cinema, prima di ospitare i concerti della Filarmonica Romana.
In occasione di alcuni suoi concerti ospitati al Teatro Olimpico si presentò alla testa di una orchestra poco più che cameristica, per eseguire sinfonie di Schubert ( è possibile che fosse Schubert, e solo Schubert e non anche altri?) A chi gli fece notare l'anomalia, non dovuta a scelta stilistica ma a banali contingenze ( non aveva i soldi per disporre di un organico più in linea con certo repertorio ) rispose che Schubert o altri se ne avvantaggiavano perchè faceva emergeva, l'organico ridotto, la fitta trama cameristica dell'opera. Sinopoli, perciò, anche lui 'pro orchestra sua': per ragioni di convenienza, fu capace di difendere anche l'indifendibile.
Altre volte, forse anche da Pappano ? , abbiano sentito giustificare l'esecuzione di opere in forma di concerto, senza quindi la relativa necessaria rappresentazione originale, come nel caso di Wagner, con la giustificazione che la musica emergeva con tutta la sua forza e ricchezza, e che forse la presenza della scena avrebbe potuto costituire occasione di distrazione. Idiota d'un Wagner, ed anche sprecone. Avrebbe potuto fare a meno della scena per dar maggior risalto alla sua musica! Per fortuna ci hanno pensato in tanti dopo la sua morte, proponendo le sue opere 'senza scena'.
Altrettanto incomprensibile risulta, al contrario, l'esecuzione di un brano sinfonico, accompagnata da una 'mise en éspace' come si usa dire quando si fa cosa che si sarebbe potuta evitare senza alcun danno. La musica, anzi, in questo caso, ne avrebbe guadagnato davvero.
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