Un migliaio di studenti sono scesi in piazza a Milano per protestare contro le politiche del governo sulla scuola e contro il nuovo esame di maturità, cambiato ad anno in corso. A darsi appuntamento, oltre quindici istituti superiori, con loro anche alcuni studenti universitari, che hanno sfilato per le vie del centro fino ai giardini della Guastalla. Sul viso e al collo i fazzoletti rossi, come simbolo della Resistenza, richiamata anche sullo striscione in prima fila: "Fino a che non sarò spento contro il vostro cambiamento". Qualche momento di tensione, con spintoni e scudi della polizia sollevati, quando una parte del corteo ha provato a percorrere un tratto non autorizzato: un gruppetto di ragazzi è stato identificato e poi lasciato andare.
"Invece di pensare all'edilizia il governo preferisce politiche repressive, come il controllo con i cani antidroga a scuola, e non investono sulla qualità dell'insegnamento. Si pensi alla maturità, dove hanno eliminato la tesina per farla diventare una specie di quiz televisivo", hanno spiegato alcuni ragazzi in corteo. Ma alle questioni scolastiche si sono intrecciati anche temi politici e sociali. A poca distanza dalla Prefettura i ragazzi si sono seduti a terra e hanno osservato un minuto di silenzio per le vittime del Mediterraneo, che è stato anche uno dei temi al centro della settimana di autogestione del liceo Manzoni - organizzatore della protesta - in cui si è discusso del decreto Sicurezza "insieme anche a esperti esterni, come avvocati, persone che lavorano nei centri di accoglienza e professori universitari", racconta Nicolas.
Arrivati ai giardini della Guastalla, dopo un sit-in, alcuni studenti hanno deciso di proseguire per tornare al Manzoni. Ma quest'ultimo tratto di corteo non era autorizzato, così in viale Montenere la polizia si è schierata per respingere gli studenti: non ci sono stati feriti, ma qualche strattone. Una volta identificato il gruppetto di ragazzi trattenuti, la polizia li ha lasciati andare e il corteo si è sciolto.
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