La campagna elettorale per le regionali abruzzesi fa da sfondo a una ritrovata armonia, in realtà solo apparente, all'interno del centrodestra. Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni parlano insieme a Pescara, in vista del voto del 10 febbraio, con il candidato governatore Marco Marsilio. L'ultima volta erano apparsi in pubblico nelle consultazioni al Colle, prima che decollasse il governo gialloverde. E ancora prima al Tempio di Adriano, a Roma, alla vigilia delle politiche del 4 marzo. Quindi l'evento richiama i riflettori dei media.
La prima - a disegnare speranzosa scenari di centrodestra unito - è la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni che si dice convinta della vittoria della coalizione del centrodestra alle regionali di domenica: "Gli abruzzesi diranno ancora una volta che questo sentimento è maggioritario nei cittadini". Sarebbe di "buon auspicio per il futuro della nazione" e per un ritorno al governo del centrodestra. "Noi lavoriamo per rifondarlo", insiste.
E poi arriva Silvio Berlusconi: "ll centrodestra è il depositario ditutti i valori della nostra civiltà, dei valori occidentali, della libertà, della democrazia, della solidarietà, della cristianità. Il centrodestra è stato il recente futuro, il presente e sono sicuro che sarà anche il futuro dell'Italia, dell'Ue, dell'Occidente".
Ma Matteo Salvini frena gli entusiasmi dei partner del centrodestra. "Oggi si parla solo di Abruzzo, questa terra è troppo importante per essere inquinata da altre polemiche che non mi riguardano", premette il ministro dell'Interno. Il leader della Lega è d'altronde costretto a un pericoloso equilibrio con i 5Stelle. Dallo scontro quotidiano sulla Tav alle tensioni sulla politica estera, mentre in giunta per le immunità è cominciato l'iter per la richiesta di autorizzazione a procedere sul caso Diciotti.
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Poi, dopo i richiami lanciati da Meloni e Berlusconi, difende ancora più nettamente la tenuta del governo. "La parola vale più dei sondaggi, onorerò il contratto", dice. E ancora: "Dove il centrodestra governa, Comuni e Regioni, lo fa bene, e da 20-30 anni. La nostra è una partita molto identitaria, molto concreta, una partita non traslabile in altre realtà". Insomma, Berlusconi farà bene a non farsi illusioni.
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