sabato 9 marzo 2024

Che pretese, ministro Sangiuliano!

 Accade   che il ministro Sangiuliano pensi ad una destinazione diversa per l'ex AD Fuortes che lui e Giorgia hanno disarcionato dal cavallo Rai. E che, oltre che pensarla, la voglia. Cosa vuole? Vuole che Fuortes prenda il posto di Meyer alla Scala, dando ordini al sindaco Sala ed al CdI della Scala , che non la pensano come Sangiuliano, e che Cutaia che a giorni termina il 'commissariamento' a Firenze, resti lì da sovrintendente - ed anche in questo caso disattendendo l'indicazione che gli è venuta giorni fa da Nardella e dal CdI del Teatro del Maggio Musicale. Che pretese, Sangiuliano. Lei non può avere su queste nomine potere di veto, perchè la legge parla chiaro: Lei è come il 'promulgatore' Mattarella. L'organo di amministrazione dei una Fondazione lirica le fa un nome e Lei deve soltanto dar corso con la sua firma alla nomina. Le è chiaro questo? O pensa d'accordo con  la sua 'dante lavoro' Meloni che occorra modificare la legge, come ha già fatto per l'età dei Sovrintendenti che, si è visto come le abbia detto male, a Lei ma anche alla Meloni che, naturalmente, avendo altro cui pensare, fa finta di disinteressarsi del caso. 

 In anni non recentissimi, ma neppure tanto lontani, ministro Bonisoli ( Cinquestelle) accadde episodio analogo: obiettò sulla riconferma di Giambrone  al Massimo di Palermo; ma alla fine fu messo a tacere. Anche perchè, a posteriori si può dire, una  nomina di sovrintendente  di marca Cinquestelle è stata funesta per il Movimento e per il diretto interessato. Parliamo di Graziosi - mai comportamento fu più ingiurioso - voluto da Grillo, sindaco Appendino, a Torino inquisito per gravi reati.

 E torna ancora una volta in ballo il caso dell'ex AD Rai Fuortes, ancora lui che, per la 'prescia' di Giorgia di occupare la Rai, fu disarcionato illegalmente con la promessa che un altro cavallo da montare glielo avrebbe messo sotto il c... e lui cedette alla fine. Mentre non avrebbe dovuto e spieghiamo perchè. Da oltre un  ventennio sulla cresta dell'onda - qualche medaglia se l'è pur guadagnato sul campo (non ha fatto mai pasticci amministrativi, anzi ha ben governato le istituzioni, salvo casini di altro genere e il suo 'adattarsi' ad ogni situazione pur di restare a cavallo!) di soldi ne ha guadagnati tanti, al punto che avrebbe potuto uscire dalla rai sbattendo la porta e dichiarando che con quelli che lo avevano ' cacciato' non voleva aver  più nulla a che fare. Invece no, per non sparire dalla circolazione - ma è possibile che  non sarebbe stato capace di procurarsi da solo un altro lavoro, lui così bravo e con la corazzata Veltroni a suo sostegno?-  ha accettato il ricatto e l'umiliazione di dover sostare da mesi davanti al portone di Palazzo Chigi a mendicare una sovrintendenza.  Dignità, dove sei finita?

 E poi c'è pure qualcosa di personale fra me e Fuortes. Inutile che lo neghi. Da quando ho cominciato a criticare alcune sue decisioni,  all'Opera di Roma, ha fatto finta di non sapere che il suo addetto stampa - a lui fedelissimo - mi negasse sempre un biglietto per gli spettacoli, accampando la scusa che non scrivevo più su Il Giornale, ma dimenticando che da 40 svolgo questo lavoro e che lui, proprio lui, fotografo un tempo, aveva lavorato anche per una rivista da me diretta, Piano Time, E, in nome di questo vecchio rapporto, in pubblico mi aveva sempre fatto salamelecchi.

 Adesso torniamo a Sangiuliano. Siamo venuti a conoscenza di un fatto anomalo quanto quella sua obiezione alla firma della nomina di Fuortes a Firenze. 

Riguarda la sua pupilla, la più scarsa fra i direttori d'orchestra in  circolazione che lui, per la fedeltà dell'interessata, Beatrice Venezi, sua e della sua famiglia al partito di Giorgia Meloni, viene portata da tutta la Destra al potere, che crede di assecondare così la Meloni, in palmo di mano. Abbiamo saputo che  quella sua 'consigliera per la musica' ha un ufficio al Collegio Romano, sede del Ministero, dove riceve gente, altra ne convoca, andando ben oltre il suo compito di consigliera del ministro.

 A seguito della promozione della Venezi, per prevalenti meriti di fedeltà al credo politico di FdI, e pochissimo professionali - come è ogni giorno sempre più chiaro a tutti - è evidente che la disistima nei confronti del  ministro è ai massimi.

 

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