È polemica sulla scelta della capitale della Cultura per il 2026. “È solo un caso che, a pochi giorni dalle elezioni regionali in Abruzzo, il titolo sia stato conferito proprio alla città de L'Aquila?”, chiede il deputato Pd, Andrea Gnassi, subito dopo l’annuncio. E accusa FdI, “con la complicità del ministro Gennaro Sangiuliano”, di aver “usato il titolo di capitale della Cultura per finalità elettorali”. Da Rimini, una delle città finaliste, fa eco il sindaco Jamil Sadegholvaad, che ha parlato esplicitamente di "invasioni di campo preventive" e poi di “illazioni e ombre che hanno velato la coda finale di quella che per i territori candidati non è una semplice competizione”.
Era stato uno dei temi della vigilia: l’annuncio della città prescelta è arrivato in coda alla serrata campagna elettorale che poi ha visto il capoluogo abruzzese confermarsi fortino prezioso per il successo del centrosinistra, tanto che il 75 per cento del vantaggio accumulato da Marco Marsilio su Luciano D’Amico è maturato solo nella provincia aquilana.
Sadegholvaad aveva messo insieme le dichiarazioni del senatore abruzzese di Fratelli d'Italia, Guido Quirino Liris, che aveva sottolineato la vicinanza all'Aquila di tanti parlamentari e del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. E poi l'accordo preventivo tra il Maxxi e il capoluogo abruzzese in caso di vittoria di quest'ultimo.
“Tutte casualità?” si chiede ora Gnassi, ricordando che “alcuni autorevoli esponenti” di FdI e “amministrazioni legate al ministero della cultura, dal Maxxi a Ales”, hanno organizzato “dei momenti di approfondimento proprio sul tema”. Il deputato annuncia che i dem chiederanno in parlamento “di fare luce sulle modalità con cui il Ministero della cultura sta gestendo l'attribuzione di importanti riconoscimenti culturali che, peraltro, generano significativi investimenti pubblici”. E ricorda che “oggi è la volta de L'Aquila, a cui facciamo comunque i nostri complimenti, ma solo un mese fa, in un incontro politico a Reggio Calabria, il sottosegretario Durigon anticipava la proclamazione di Taurianova a capitale del libro a selezione ancora in corso”.
Anche in quel caso era montata la polemica per un riconoscimento – anticipato da un esponente leghista –che premiava un comune amministrato proprio da un leghista. “Al Collegio romano c'è un grande problema su cui il governo dovrà riferire", conclude Gnassi.
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