Leggiamo sui giornali di ieri che a Firenze l'attesa della convalida della nomina di Fuortes a sovrintendente della locale fondazione lirica sta per terminare, perchè l'attuale governo è riuscito ad assicurarsi un altro boccone prelibato.
I fatti. Da qualche settimana il CdI della Fondazione del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino presieduto da Nardella - i sindaci sono per legge presidenti dei CdI delle Fondazioni liriche italiane - ha indicato al ministro Sangiuliano il nome del sovrintendente, scelto in una terna, arrivata alla discussione in consiglio. Si tratta di Fuortes che, come dice il classico proverbio - 'prendere con una fava ( Fuortes) due piccioni' - accontenterebbe sia il CdI della Fondazione che il Governo Meloni che da quando ha disarcionato l'amministratore delegato dal cavallo di Viale Mazzini sta cercando in tutti i modi (complice il cavaliere), di compensarlo per essersi fatto da parte, mentre avrebbe potuto resistere, se solo avesse avuto la schiena appena dritta.
Ma... Sangiuliano non trova la penna per firmare, avallandola, la nomina di Fuortes. Perchè? Perchè con la partita di Firenze, contemporaneamente a quella, se ne stanno giocando anche altre due: Scala di Milano e Teatro di Roma.
Quella di Roma sembra essere arrivata alla conclusione con un pareggio: non più un direttore solo del Teatro stabile della Capitale, ma due. Uno per il sindaco Gualtieri (perchè il Comune è il maggior finanziatore del teatro) ed uno per il Governo ( che attraverso i suoi rappresentanti nel Cda, con un colpo di mano notturno, ha nominato De Fusco).
Questa stessa ricetta Sangiulinao intende applicata anche a Firenze, d'accordo con Nardella, il quale ha acconsentito, pur di arrivare presto alla convalida delle nomina di Fuortes. E cioè la nomina di due vicepresidenti nel CdI della Fondazione (i sindaci solitamente nominano un loro rappresentante nei consigli, non potendosi occupare anche della gestione delle fondazioni. A Roma, a rappresentare il sindaco Alemanno nel consiglio dell'Opera, venne nominato dallo stesso sindaco Bruno Vespa). Uno di nomina del Comune (sinistra), l'altro ministeriale ( destra). La ragione della creazione delle due poltrone sta nella rivendicazione del Ministero di essere il maggior finanziatore del Maggio Musicale - è la storia, a parti inverse, giocata a Roma da Gualtieri e Sangiuliano.
Nardella nominerebbe Valdo Spini -. le spine a Firenze le trovi dappertutto e non pungono; il fratello di Valdo, Daniele, è a capo della Orchestra della Toscana!- e il ministero Galdo. A proposito del quale è nata una contesa fra Donzelli e Sangiuliano. Donzelli, l'aquila nei cui artigli Meloni ha messo l'organizzazione del partito, avrebbe voluto che Galdo non votasse la designazione di Fuortes, voluta anche da Sangiuliano per la 'compensazione' che abbiamo detto, ma non da lui, plenipotenziario del partito per volontà di Meloni.
Per capirci, Donzelli svolge per FdI, il medesimo ruolo che Luigi Pestalozza svolgeva per il Partito Comunista, un tempo. Noi con Pestalozza avemmo parecchi diverbi, tanto che una volta minacciò anche una denuncia, ma dobbiamo anche dire che Donzelli non è Pestalozza; sarebbe come voler paragonare la lana con la seta, o, come si dice a Firenze, oscenamente: 'il culo con le quarantore'.
Abbiano scritto nei giorni scorsi che al solo pensiero che le nomine nelle istituzioni culturali di questo paese debbano avere il benestare di Donzelli, ci cascano le braccia e non solo quelle.
La partita di Milano è prossima al novantesimo minuto. Anche lì Sala si sarebbe accordato con Sangiuliano per la nomina di Ortombina, ma avendo Sala scavalcato del tutto il CdI, sta preparando la farsa del CdI che designa Ortombina, prossimamente in scena. Designazione farsa perchè Ortombina è il nome che uscirà dal cilindro 'fradicio' del CdI della Scala.
Analoga situazione si è presentata a Macerata, dove lo Sferisterio ha chiesto un finanziamento del Ministero per le sue attività, e nel frattempo, per colmare un buco di bilancio delle precedenti gestioni. Il Ministero avrebbe acconsentito in cambio di un posto nel CdI. E il PD è insorto per questo ennesimo tentativo di occupazione.
Morale della favola. L'attuale governo non si comporta - mentre dovrebbe - come un qualunque inquilino di passaggio, che abita momentaneamente una casa che non è di sua proprietà.
Lo Stato finanzia le istituzioni culturali (che l'attuale governo sta occupando in maniera vergognosa, dalla Biennale al Maxxi alla Quadriennale ecc...) ma poi deve lasciare al mondo delle istituzioni il governo delle stesse. E invece no, vuole mettere bocca anche su questo, non limitandosi al controllo amministrativo delle stesse. Insomma fa come chi dà soldi propri a qualcuno e detta le condizioni per il loro utilizzo, minacciando ritorsioni nel caso non vengano utilizzate come concordato.
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