venerdì 22 marzo 2024

Riccardo Muti in Arena il 7 giugno per festeggiare il 'canto lirico italiano patrimonio dell'umanità. In Mondovisione - annuncia il sottosegretario Mazzi . NOSTRO COMMENTO

 Sarà Riccardo Muti ad aprire l’evento del 7 giugno all’Arena di Verona, organizzato per celebrare il riconoscimento dell’opera italiana patrimonio dell’umanità. Lo ha annunciato il sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi, intervistato da Rtl 102.5.

“Colgo quest’occasione per dare un nome, un nome leggendario – ha detto Mazzi -. Quella sera aprirà questo grande evento il maestro Riccardo Muti. Vi garantisco che in questi mesi da sottosegretario, ogni volta che incontro un ministro della Cultura straniero e parlo di Riccardo Muti, vedo proprio gli occhi brillare”, ha aggiunto Mazzi, precisando che “sarà lui ad aprire questo evento e dirigerà per l’occasione un’orchestra straordinaria formata da 160 musicisti e 300 coristi provenienti da tutte le Fondazioni lirico-sinfoniche italiane”.

L’evento, il Gala internazionale “La Grande Opera italiana Patrimonio dell’Umanità”, sarà trasmesso in mondovisione dalla Rai. “E Muti – ha concluso Mazzi – è la prima grande superstar di questo evento, una leggenda dell’Opera“.


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 Non c'era scelta migliore per l'evento - quanto gli piace questo termine al sottosegretario Mazzi, e non solo  a lui - finanziato dal Governo della Meloni e dal Ministero di Sangiuliano.  Mazzi, sottosegretario, ex Sanremo ( e si vede in tutto quello che fa e propone), sponsor e protettore della Gasdia, sovrintendente dell'Arena, ha fatto la sua scelta; anzi, secondo noi, l'aveva fatta anche prima di diffondere il bando ministeriale, alla ricerca di una iniziativa per festeggiare l'importante riconoscimento Unesco attribuito al melodramma italiano. E scelta più spettacolare dell'Arena non poteva esserci. Forse soltanto la Scala come alternativa ( ma lì, Muti non avrebbe diretto).

 Adesso Mazzi si è spinto anche oltre : vorrebbe ogni anno celebrare il riconoscimento Unesco, ed ha già proposto che  nel 2025 si tenga a Roma, al Circo Massimo, in occasione del grande Giubileo ( Mazzi, che c'entra tale concerto con il Giubileo?) quando forse un luogo più adatto potrebbe essere il Colosseo; e , nel 2026, a Napoli, in Piazza Plebiscito.

 E, ogni volta, a cominciare dall'Arena, con una orchestra di grandi dimensioni (150-160 strumentisti) ed un coro altrettanto numeroso  formato da coristi delle nostre Fondazioni liriche. Insomma un coro che rappresenterebbe l'Italia del melodramma.  Mazzi megalomane.

 Ora è evidente che nessun altro direttore rappresenta oggi nel mondo l'Italia del melodramma, la sua tradizione, più di Muti. Ma a cosa servirebbe ogni anno allestire un grande concerto, magari sempre a favor di telecamere,  per far festa  al melodramma italiano, quando questo Governo in molte circostanza sta dimostrando che al melodramma itliano ed alla musica vuol 'far la festa', che è il contrario che far festa al melodramma. E poi sempre Muti?

Mazzi cominci a consigliare altrimenti il suo ministro, se ci riesce, essendo naturalmente convinto di quel che gli dice, di non pensare alle istituzioni musicali solo come poltrone sulle quali far posare culi indegni ed incompetenti,  aumentandole anche di  numero (i culi da sedere sono tanti); mettendo da parte quell'altra consigliera che certamente non fa onore all'arte direttoriale. 

Tralasciamo la stoia del Museo di strumenti musicali affidato ad una amministrazione estranea; e il pasticcio dei  46 teatri eletti monumenti nazionali, pasticcio dannoso, inutile e frutto di ignoranza e analfabetismo.  

 A questo punto per coerenza, anche Lei dovrebbe dimettersi, caro Mazzi, perchè non ha ancora capito che la musica, quella alla quale anche noi ci riferiamo, non è quella di Sanremo. E, certo, se non l'ha capito, stiamo perdendo tempo. ( P.A.)

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