lunedì 18 marzo 2024

Simbolismo in quel titolo del Ravenna Festival 2024: 'E fu sera e fu mattina...

 

E fu sera e fu mattina... - RAVENNA FESTIVAL 2024

E fu sera e fu mattina: scegliendo per titolo le parole che nella Genesi marcano il succedersi dei giorni della Creazione, la XXXV edizione di Ravenna Festival riflette sugli effetti del cambiamento climatico sul nostro pianeta, adottando nuove pratiche ecosostenibili per lo spettacolo dal vivo, ma anche sul valore della creatività come risorsa per comunità inclusive e multiculturali. Riccardo Muti apre il Festival l’11 maggio con i Wiener Philharmoniker, mentre – a un anno dall’alluvione in Romagna – la rassegna Romagna in fiore porta concerti gratuiti e green nei territori colpiti.

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Quando ho letto che le parole che la Genesi usa per i giorni della Creazione,  le ha utilizzate come tema della prossima edizione il Ravenna Festival ( RAF, per tutti gli idioti e gli 'sveltisti') non mi sono fermato alla semplice annotazione temporale: al fatto cioè che  lo scrittore della Genesi  le utilizzi, per indicare il giorno, partendo dalla sera-mattina, mentre noi, preferiamo la dicitura: mattina-sera. 

Senza curarsi di altre possibili letture di quel modo di computare il giorno: dalla sera alla mattina, la direzione del festival ravvennate, ha voluto mettere l'accento sulla necessità di ricreare il mondo, quasi dapprincipio, perchè se non vi si provvede  andrà incontro a morte sicura, il mondo e tutti gli esseri viventi che lo popolano.

 Quel modo per noi inusuale di computare il giorno, gli organizzatori del festival, assumendolo, hanno fatto una semplice citazione del testo biblico, del suo libro più antico e di carattere 'sapienziale' che spiegherebbe anche quella costruzione 'infantile' del mondo?

 Forte dei  pur lontanissimi studi biblici, mi è venuta una idea, una lettura simbolica di quelle prime parole della Genesi. E cioè che l'utilizzo di quel modo insolito di computare il trascorrere dei giorni poteva servire ai Ravennati  anche per dire che  ora stiamo vivendo la sera del mondo, la sua condizione più buia, in attesa che ravvedendoci, diamo inizio alle pratiche che ci porteranno finalmente a vedere la mattina.

 Dunque quel testo, che inizialmente aveva solo un senso letterale acquisterebbe anche un significato simbolico: stiamo attraversando la sera (il buio) del pianeta e facciamo di tutto per poter vedere finalmente la mattina (la luce).

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