Ieri, quando abbiamo scritto che fra breve ci sarà la giostra sulla quale saliranno musicisti ed organizzatori ai vertici delle Fondazioni liriche italiane in scadenza, non immaginavamo che la giostra era già in movimento, come ci ha fatto scoprire la lettura dei giornali di oggi. Prima fondazione interessata a questi periodici - perfino normali in un paese normale, diciamolo - giri di giostra, sarà il Teatro Massimo di Palermo, dove il vertice - ha detto la direttrice 'incapace'(Venezi) - è espressione della vecchia governance politica cittadina, e dunque da cambiare per adeguarla alla nuova governance. uscita dalle recenti elezioni e che è, in tutta la scala di comando ( governo, ministero, regione, comune) di 'destra destra', che è poi la parte politica alla quale si vanta di appartenere la direttrice 'incapace', e della quale finora ha goduto gli agi.
A Palermo c'è il sovrintendente/direttore artistico Marco Betta, compositore di tutto rispetto, la cui gestione del Massimo, che per lui è un ritorno, dopo l'uscita di Francesco Giambrone è stata confermata dal sindaco Lagalla che ha pure dichiarato di apprezzarla. Il sindaco la prossima settimana, come scrivono i giornali, verrà a Roma a parlare con Sangiuliano perchè la direttrice 'incapace' vuole fare il 'direttore musicale' del Massimo; non solo, c'è anche Andrea Peria che si vorrebbe insediare alla sovrintendenza del Massimo - le disgrazie non vengono mai sole! Nulla è deciso ancora, ma questi rumors sul Massimo sono già di per sé inquietanti.
Tornando invece alla direttrice 'incapace', ciò su cui si erano accordati gli orchestrali dell'Orchestra Sinfonica Siciliana, per proseguire le prove ed arrivare al concerto: 'che era meglio non guardarla perchè li avrebbe portati fuori strada', ci ha fatto venire in mente la storiella su di un musicista di valore, Renato Fasano, compositore, didatta, fondatore di complessi cameristici e ahimè, anche direttore.
I musicisti del complesso 'I virtuosi di Roma, da lui fondato, quando lui era sul podio, si erano dati una partole d'ordine: chi lo guarda è perduto'. Che è poi ciò che si son detti i musicisti palermitani. Con una sola differenza. Fasano era un ottimo musicista, mentre Beatrice Venezi, non solo non sa dirigere, ma ha fatto pensare a molti che non sia neanche una musicista capace e preparata.
La quale va raccontando bugie sugli anni di studio in Conservatorio: tenta con ogni mezzo di accreditare l'idea che l'essere donna ed anche di destra le abbia creato problemi al Conservatorio di Milano. Niente di più falso. Chi faceva gli studi con lei ci ha confermato che di nessuna discriminazione Lei è stata vittima per il fatto di esser donna e neppure per le sue idee politiche che allora al Conservatorio non erano note - ammesso che potessero essere motivo di discriminazione - anche perchè Lei non le aveva manifestate.
Racconta, dunque, il falso, perchè è consapevole che contando solo sulle sue capacità avrebbe fatto la carrierina che fa un qualunque direttorino routinier di terza o quarta fascia, un mestierante. Niente di male, servono anche i routinier, meglio se buoni mestieranti, come Lei non è. I suoi mentori politici, più ignoranti di Lei, non possono capire e la premiano per la fedeltà, costretti, non disponendo di altri meglio di Lei nella propria scuderia musicale.
Infine, per tornare a Palermo, non può sfuggire da parte della Venezi, la sua sfacciataggine, che le fa pretendere una rivincita proprio nella città che l'ha criticata; e da parte del governo di destra in tutte le sue articolazioni, l'esibizione muscolare messa in atto per assecondare la smodata voglia di arrivare sempre più in alto della direttrice 'incapace'.
Che poi esiga essere chiamata 'direttore' fa lo stesso. Incapace resta. E il povero Marco Betta messo in mezzo? Fossi in lui mi dimetterei per non vedere andare in fumo il lavoro svolto.
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