sabato 23 marzo 2024

Virgilio Sieni e Bach. Roma, Teatro Palladium, 26 marzo

la stagione danza 2024 del Centro Nazionale di Produzione della Danza
ORBITA | SPELLBOUND

presenta

VIRGILIO SIENI e ANDREA REBAUDENGO
SOLO GOLDBERG VARIATIONS
(nuovo allestimento)

martedì 26 marzo ore 20.30
Teatro Palladium
ROMA

Prevendite

(Virgilio Sieni e Andrea Rebaudengo_Solo Goldberg Variations_foto di Giovanni Daniotti)

Lo spettacolo-manifesto dell’arte coreografica di uno dei grandi maestri della danza contemporanea ritorna in un nuovo allestimento a oltre 20 anni dal debutto e dopo aver toccato le città di tutto il mondo, da Rio De Janeiro a Mosca, da Bruxelles a Buenos Aires, da Tokyo a Lima, da Marsiglia a Santiago del Cile.

Martedì 26 marzo al Teatro Palladium andrà in scena l’attesissima nuova versione di Solo Goldberg Variations di Virgilio Sieni con le musiche di J. S. Bach eseguite dal vivo dal pianista e compositore Andrea Rebaudengo. Un’occasione imperdibile per assistere a uno spettacolo emblematico della ricerca di Sieni sui linguaggi del corpo e della danza in continua relazione con la pittura italiana dal 1300 al 1600Solo Goldberg Variations è presentato da Vertigine, la stagione danza realizzata dal Centro Nazionale di Produzione della Danza Orbita | Spellbound curata da Valentina Marini.

Le Variazioni Goldberg di Johann Sebastian Bach definiscono una metrica e un’architettura immateriale in cui la danza si iscrive in un continuo ripensamento del corpo. Un corpo che assimila memorie figurative del passato – mai citate direttamente, piuttosto affettuosamente evocate in un percorso intimo che chiede condivisione – e diviene la soglia attraverso la quale riflettere sul futuro.

Solo Goldberg Variations è un viaggio del gesto da una figura all’altra, negli intrecci e nei chiasmi, attraverso risonanze e svelamenti dell’opera d’arte, un lavoro “fondato sul riconoscimento e sul rinnovamento” come afferma Sieni che aggiunge: “le immagini del passato, o meglio l’archeologia, pongono sempre domande in attesa di risposta. Il passato non è statico ma si muove verso di noi secondo un tempo di risonanza. Nel gesto ondulatorio insito nel rivolgersi al passato si annida l’esperienza conoscitiva e sorgiva dell’origine che non risiede in un luogo, nel luogo del passato, ma nella capacità dell’individuo di porsi domande che lo scuotono dal torpore spesso omologato della contemporaneità.

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