Potremmo premettere, all'esempio del rapporto, per noi anomalo, di Pollini con le più importanti istituzioni musicali della Capitale - Santa Cecilia, Accademia Filarmonica, Istituzione Universitaria dei Concerti - gli esempi di altri noti musicisti che con Roma e le sue realtà musicali non hanno avuto rapporti idilliaci, e neppure sereni: Boulez, Berio.
Boulez, per decenni non è stato mai invitato dell'Accademia di Santa Cecilia, e lui, quand'anche lo avessero invitato, sicuramente avrebbe risposto picche, preferendo instaurare un rapporto di fedeltà con l'Accademia Filarmonica, ai tempi della signora Adriana Panni, dove si è ascoltato di frequente. La stessa cosa potrebbe dirsi di Strawinskji che con la Panni aveva un particolare rapporto di stima ed amicizia. Una delle prime volte che lo ascoltammo a Santa Cecilia , Auditotorium Conciliazione, fu sul podio dei Wiener Philharmoniker in tournée, in programma anche Haydn, poco prima del trasferimento all'Auditorium di Renzo Piano (che visitò, dichiarando che non comprendeva come mai Parigi non avesse un simile un complesso architettonico dedicato alla musica).
Stesso discorso anche per Berio che dall'Accademia è stato, invece, spesso invitato ( noi lo incontrammo la prima volta, quando scrivevamo per Paese Sera, fine anni Settanta, al debutto romano de La Vera storia, diretta da Eotvos, appena scomparso), ma che con la città ha sempre avuto un rapporto sprezzante, al punto da dire, all'epoca della sua sovrintendenza, che se il pubblico non capiva certe sue scelte di programma, doveva mettersi l'anima in pace, semmai studiare per prepararsi all'ascolto, perchè lui non aveva nessuna intenzione di cambiare linea. Sortita altrettanto infelice ebbe, quando si trattò di prospettare la costruzione di un organo da concerto nella Sala Santa Cecilia. La sua opposizione, nettissima, lo squalificava come musicista: 'l'organo è uno strumento da chiesa, e lì deve restare', come se non fosse a conoscenza delle moltissime grandi sale da concerto moderne nel mondo, dotate di quello strumento, i cui concerti sono seguitissimi. Lui proveniva da una famiglia di organisti.
Pollini, è vero, diversamente da Boulez e Berio, ha avuto all'inizio della sua carriera qualche rapporto, seppur sporadico, con tutte le Istituzioni romane: Repubblica di ieri ne rammentava quello con l'Accademia Filarmonica, ospitato al Teatro Eliseo, addirittura prima della vittoria a Varsavia; ed anche con l'Istituzione Universitaria l'ebbe, sempre all'inizio di carriera, comparendo qualche volta in cartellone. Poi mai più.
Pollini da cinquant'anni a questa parte, e forse più, a Roma suonava solo per Santa Cecilia. Perchè? Azzardiamo. Pollini, non riteneva le altre due istituzioni romane, che l'avranno certamente invitato, all'altezza del suo nome e della sua fama? Forse è la vera ragione, nessun'altra.
Scartiamo a priori che lo abbia impedito l' esosità del suo cachet. Non conosciamo l'entità di quello dei suoi ultimi anni, al culmine della fama; ma possiamo riferire che al tempo della permanenza dell'Accademia nell'Auditorium di Via della Conciliazione, il suo cachet non era alto, come si può pensare. Persona informatissima ci disse che Pollini faceva guadagnare molto all'Accademia con i suoi concerti, perchè non costava molto.
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