giovedì 21 marzo 2024

Colabianchi, sovrintndente del Teatro Lirico di Cagliari. Contestata la sua gestione dai sindacati (da Calgliaripad.it). Nostro commento

 

Il maestro Nicola Colabianchi, sovrintendente del Teatro Lirico di Cagliari, non ci sta agli attacchi subiti di recente sulla gestione dell’ente. In una nota, Colabianchi difende il proprio operato e parla di “campagna denigratoria”.

“I ripetuti e sistematici attacchi intendono fare pressione sull’attuale direzione e gestione del Teatro ma in realtà ricadono, di fatto, sulla bontà del lavoro che ogni giorno svolgono la gran parte dei lavoratori e delle maestranze di questa azienda, che di riflesso subiscono illazioni, calunnie e insinuazioni” scrive il sovrintendente.

Un’azione denigratoria che ha preso forza proprio all’indomani delle elezioni regionali ed in prossimità delle elezioni comunali solo perché la presidenza è rappresentata, legittimamente, dal sindaco della città come stabilito dallo statuto della Fondazione”.

“Alla direzione del Teatro si imputa una presunta inerzia sindacale quando in realtà, la settimana scorsa, è stato firmato un accordo di produttività, approvato dal Consiglio di Indirizzo e firmato da CGIL, CISL, UIL, FIALS (con la sola esclusione di due sindacati minoritari), che mette a disposizione dei lavoratori 600.000 euro in un anno per incentivare la produttività del Teatro”.

Colabianchi è un fiume in piena. “Si deve dare evidenza, piuttosto, ai tavoli aperti con i rappresentanti sindacali regionali finalizzati a trovare una soluzione definitiva al problema del precariato storico, con il prossimo appuntamento fissato per giovedì 21″.

“In modo strumentale viene disconosciuto o volutamente ignorato, che lo scorso dicembre sono state assunte oltre 40 risorse a tempo indeterminato, secondo le norme vigenti uguali a tutte le fondazioni liriche d’Italia”.

“Al contrario, viene strategicamente e strumentalmente gettato del fango, ipotizzando presunte irregolarità per compensi erogati per lavori straordinari nei confronti di alcuni accreditati professionisti, senza considerare il risparmio delle economie nell’interesse della più accurata gestione della spesa pubblica che ha portato a risanare, in questi anni, i bilanci della Fondazione precedentemente in rosso senza ricorrere alla legge Bray”.

“Volutamente, sempre per meri interessi politici e di parte, non viene dato atto che l’attuale direzione ha superato il durissimo periodo del Covid-19 in maniera esemplare, avendo limitato la cassa integrazione a soli pochi giorni”.

E conclude. “Probabilmente si ha una visione distorta del Teatro Lirico di Cagliari che non deve essere alla mercè delle correnti politiche o dell’interesse del singolo ai fini opportunistici. Principi di lealtà e onestà appartengono all’attuale gestione che ha dato mandato ai legali per valutare, caso per caso, gli estremi per procedere ad iniziative atte, in tutte le sedi, a tutelare la nostra onorabilità e quella di una Istituzione che non può essere più vittima di sciacallaggio con conseguenti danni di immagine e reputazione.”

                                                                     *****

 Fino a quando il Comune di Cagliari fosse rimasto nelle mani del sindaco Truzzu, fedelissimo della Meloni, Colabianchi, a sua volta fedelissimo di Meloni (dirigeva anche 'faccetta nera' nelle celebrazioni di MSI ed Alleanza Nazionale, dunque il suo pedigree è antico e forte) nessuno avrebbe insidiato la sua poltrona. Era al sicuro, poteva dormire sonni tranquilli, quale che fosse stato il giudizio sulla sua gestione del Teatro Lirico di Cagliari.

Ma ora che Truzzu non solo non è più sindaco - non lo sarà a brevissimo - ma è stato anche il maggior colpevole della sconfitta elettorale della Destra alle recenti Regionali in Sardegna, anche la poltrona di Colabianchi è in pericolo. Tant'è che addirittura c'è stato chi ha osato fare il suo nome per la Scala (ohibò!) prima che succeda il patatrac e lo seppelliscano le macerie politiche. Perchè è chiaro che il primo a saltare a Cagliari sarà lui,  tempo qualche settimana, con le prossime elezioni e con la Todde Governatrice, vincitrice su Truzzu e tutta la  sua corte (dei miracoli).

 Dovrà tornare a Roma  Colabianchi e, con la direttrice 'di belle speranze' destre, Beatrice Venezi, far parte della 'riserva' in dotazione all'attuale governo che in tale settore se la passa proprio male; in attesa che un'altra poltrona Meloni, riconoscente verso i fedelissimi, la trovi per l'uno e l'altra. 

Si sa, chi si contenta gode. E, evidentemente Meloni e Sangiuliano si contentano di quello che hanno, e perciò se la godono. (Pietro Acquafredda)

Nessun commento:

Posta un commento