È iniziata la caccia dei partiti ai candidati porta-voti per le elezioni europee dell’8 e 9 giugno. E la partita si è già accesa soprattutto per la circoscrizione Sud, dove il bottino di seggi è tra i più ricchi, secondo solo all’Italia Nord-Occidentale (18 seggi contro 20).
Fdi è in attesa delle decisioni di Meloni, orientata a partecipare alla contesa, come capolista in tutte le regioni. Comunque vada, la leader di Fratelli d’Italia non sarà l’unica a trainare voti nel Mezzogiorno, dal momento che si parla di una candidatura “di servizio” (resterebbe a fare il ministro e non andrebbe a Strasburgo, ndr) di Raffaele Fitto, ex governatore della Puglia e campione di preferenze al Sud nel 2019 con oltre 87mila voti. E fa intanto irruzione in piena battaglia degli agricoltori l’ipotesi che FdI possa puntare anche sul presidente di Coldiretti Ettore Prandini.
Matteo Salvini ha annunciato che non si candiderà. Ma sta mettendo a punto il puzzle delle pedine da schierare. Nelle Isole, come nell’Italia centrale il leader leghista vorrebbe come capolista il generale Roberto Vannacci, il discusso autore del libro “Mondo al contrario” (per il quale la Difesa ha avviato un’inchiesta): manca solo il suo via libera. Ma la Lega potrà contare anche su Aldo Patriciello che a fine 2023 ha annunciato l’addio a Forza Italia e l’adesione al Carroccio. Cinque anni fa prese oltre 80mila preferenze alle europee per gli azzurri , secondo più votato dopo Berlusconi. Con Patriciello la Lega avrà il suo “porta-voti” in un’area dove i sondaggi non sono favorevoli. Mentre Forza Italia al Sud ricandiderà Fulvio Martusciello, veterano del partito di Berlusconi, che nel 2009 raccolse oltre 45mila preferenze. E al Centro è pronta a schierare l’ex governatrice del Lazio Renata Polverini.
Il ledaer del M5s Giuseppe Conte ha già annunciato che non correrà. Ha voluto come capolista al Sud l’ex presidente dell’Inps Pasquale Tridico, l’attuatore del reddito di cittadinanza, che proprio al Sud ha riscosso il maggiore consenso. Nel mirino dell’ex premier ci sarebbero anche la sociologa Chiara Saraceno, intanto reclutata per la scuola di formazione politica, e la filosofa Donatella Di Cesare.
In casa dem la segretaria del Pd scioglierà la riserva ufficialmente solo a marzo, dopo il congresso del Partito socialista europeo che si terrà il primo e il 2 proprio a Roma. Ma a Largo del Nazareno danno ormai per scontato che Elly Schlein sarà in campo per le elezioni europee, nonostante il parere negativo di mezzo partito (dal padre dell’Ulivo Romano Prodi, fino al presidente del partito e leader della minoranza interna Stefano Bonaccini, che punta al posto di capolista nella circoscrizione del Nord Est). E a prescindere dalle mosse della segretaria sono pronti a schierarsi alcuni pezzi da novanta. Come il sindaco di Bari Antonio Decaro nonché i sindaci di Firenze Dario Nardella e di Bergamo Giorgio Gori (entrambi alla fine del secondo mandato e non più candidabili per un terzo), nonché la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno. In campo per il Pd potrebbe esserci anche Sandro Ruotolo, anche lui nella circoscrizione Sud, visto che il giornalista e responsabile informazione dem è originario di Napoli.
Anche Vittorio Sgarbi, costretto alle dimissioni da sottosegretario alla Cultura, potrebbe correre per Strasburgo. Un’offerta gli è arrivata da Stefano Bandecchi, sindaco dimissionario di Terni, intenzionato a candidarsi alle europee in tutte le circoscrizioni come capolista con la sua Alternativa Popolare. Ma Sgarbi punterebbe a una lista sicura (alle europee c’è la soglia di sbarramento del 4%) che potrebbe essere quella di Noi moderati e Forza Italia.
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