Leggo oggi sul Corriere - ma della notizia che sto per darvi v'è traccia anche sugli altri giornali, i quali insieme alla notizia hanno in comune anche un errore madornale, non so se da far risalire alla illustrissima sovrintendente Porro - dell'importante ritrovamento in via delle Botteghe Oscure, durante gli scavi per trasformare la sede centrale del Partito Comunista di un tempo in un hotel della catena Radisson. E cioè di un quadriportico fatto costruire dal console Marco Minucio Rufo, sotto il quale avveniva la distribuzione del frumento al popolo romano.
L'esatto nome del sito appena scoperto, in latino, è Porticus-i ( femm.) e quello del suo 'costruttore' - nel senso che fu costruito sotto il suo consolato, prendendo quindi il nome - Marcus Rufus Minucius, che, dovendosi accordare con Porticus che in latino è femminile, diventa Minucia.
Ora a riportare il nome del sito appena scoperto nell'originale latino, anteponendo l'articolo italiano 'LA' (femminile), per rispettare il genere latino, si commette uno di quegli errore che solo analfabeti totali della lingua latina possono commettere.
Tanto valeva indicarlo in traduzione italiana: IL Portico Minucio', perchè non si dà, a causa del genere femminile del nome Portico in latino, che Minucio cambi genere, diventando femmina.
L'altro ieri spiegavo a mio nipote, al primo anno di liceo, un caso simile, a questo, per evitargli di incorrere in un facile errore. Aveva incontrato, nel corpo di una versione latina, il termine agricola-ae, che in latino è di genere maschile. Gli riusciva difficile legare a tale nome, solo apparentemente femminile, un aggettivo maschile che seguiva quel nome, che il latino sapientemente fa. Allo stesso modo in cui a Porticus, femminile, si accorda il nome del console romano, perciò Minucia.
Ora perchè devo fare la stessa 'ripetizione' alla Porro e agli analfabeti e ignari suoi seguaci che non conoscendo queste elementari regole grammaticali latine, vanno a leggere le iscrizioni di epoca romana a c. di c.?
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