Abbiamo dato un'occhiata, in verità senza intenzione di approfondire tutti i dati, all'elenco dei Corsi di perfezionamento dell'Accademia Chigiana di Siena che quest'anno celebra 100 anni di vita. Gloriosa.
Solo un'occhiata, soffermandoci a leggere, invece, con attenzione oltre che i nomi degli insegnanti - non tuti musicisti di fama chiarissima ( magari solo chiara, ma passi) - la durata media dei singoli corsi.
Ed è stata proprio la lettura delle durate dei corsi che ci ha particolarmente sorpresi. Perchè ci ha fatto pensare come anche nella musica, per il suo studio o perfezionamento, intendiamo - si tende a correre, a fare in fretta, perchè il tempo non va sprecato e perchè il tempo è denaro - come ormai di dice da tutti e dappertutto. Senza pensare però che per ogni cosa da farsi occorre un tempo sufficiente per farla.
Due esempi per tutti. Noi, a differenza di Nicola Sani, il primo direttore della Chigiana che non ha mai messo piede nella Chigiana come allievo, la Chigiana l'abbiamo frequentata negli anni Sessanta - siamo vecchi, lo sappiamo da noi; dopo tanti anni le cose cambiano e non sempre in meglio - per due corsi : musicologia e direzione di coro.
Per quest'ultimo l'insegnante era Nino Antonellini e le esercitazioni di coro si facevano con il Coro da camera della Rai di Roma, fondato dallo stesso direttore. La durata non era certamente di una settimana.
Per il corso invece di Musicologia, la durata era addirittura di 1 mese (allora direttore della Chigiana era Mario Fabbri) diviso in quattro settimane, ognuna delle quali aveva il suo docente: Barblan, Tagliavini, Fabbri, Denis Arnold. Traccia profondissima lasciò quell'esperienza in noi partecipanti.
Ancora un esempio, all'indirizzo sia di Nicola Sani, sia dei tanti insegnanti, fra i quali vi sono anche nostri conoscenti e perfino amici.
I lettori di questo blog sanno - perchè ve l' hanno letto tante volte - che nel 2004 ci venne affidata la direzione artistica del Festival delle Nazioni di Città di Castello, su indicazione di Salvatore Sciarrino, al quale si era rivolto, in prima istanza il CdA del festival. E non potendo, il celebre compositore, cittadino di Città di Castello ebbe la bontà di fare il nostro nome. Noi naturalmente accettammo la sfida, perchè di una sfida si trattava avendo noi per tuta la vita insegnato storia della musica in conservatorio e fatto il critico musicale.
Il festival, come da tradizione, organizzava anche alcuni corsi di perfezionamento (ora non più, e i soldi per il festival vengono letteralmente bruciati per una manifestazione lontanissima dalla gloriosa storia del festival, alla quale noi ci attenemmo. Se gli organizzatori sono contenti...)
Inutile che vi diciamo che gli insegnanti che chiamammo per quei corsi rappresentavano assolute eccellenze. Stabilimmo compensi e durate. E relativamente alle durate decidemmo che al di sotto di certi tempi orari giornalieri e numero di allievi non si dovesse andare, per non rendere perfino inutili oltre che ridicoli certi corsi. E se gli inseganti designati non potevano, tanto valeva rinunciare ad essi, e cercarne altri.
In tal senso avemmo una discussione perfino con Paul Badura-Skoda che era quel musicista che sappiamo e che era nostro amico. Gli imponemmo, salvo rinuncia, una durata congrua ed orari di lezione intensivi. Obtorto collo - come si usa dire - ma ragionevolmente - Paul accettò. E alla fine del corso tenne anche un concerto schubertiano indimenticabile. Particolare non irrilevante, il concerto fu ospitato nella Chiesa di San Francesco per la quale Raffaello aveva dipinto il famoso 'Sposalizio della Vergine' ora a Brera, e per l'occasione fu disvelata, fresca di restauro, una pala d'altare del Vasari. In quella stessa edizione organizzammo, a Palazzo Vitelli, una mostra dei bozzetti di Prampolini per l'Opera di Roma, e tenemmo un concerto a Citerna nella Chiesa che per l'occasione espose, una scoperta di quelle ore, una Madonna con bambino, policroma, di Donatello; senza dimenticare anche lo storico concerto haydniano, con alcune meditazioni sulla Passione di Cristo, dettate dal card Tonini, nell'Oratorio di San Crescentino, dove da poco erano stati restaurati gli affreschi sulla Passione di Luca Signorelli. Insomma un festival dell'arte e delle arti. Bei tempi che mai più ritorneranno!
Nessun commento:
Posta un commento