Studenti manganellati a Pisa: affidati ai carabinieri il fascicolo d'indagine della procura sulle cariche della polizia di ieri al corteo studentesco pro Palestina. Lo si apprende da fonti investigative secondo le quali il lavoro sarà quello di visionare le immagini circolate già ieri sui social. Secondo le stesse fonti non esisterebbero altre immagini che documenterebbero una dinamica diversa da quella già nota. Il lavoro degli inquirenti dunque sarebbe sostanzialmente quello di valutare l'entità della reazione da parte degli agenti. La questura ha comunque depositato in procura, o sta per farlo, una dettagliata informativa all'autorità giudiziaria, corredata dai filmati girati sul campo dalla polizia scientifica.
La notizia sull'apertura dell'inchiesta è arrivata poco l'intervento del Quirinale: «Il Presidente della Repubblica ha fatto presente al Ministro dell'Interno, trovandone condivisione, che l'autorevolezza delle Forze dell'Ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni. Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento». Lo si legge in una nota dell'ufficio stampa del Quirinale.
I vescovi
La Chiesa pisana prende posizione all'indomani delle cariche della polizia ai cortei pro Palestina a Pisa. In particolare, il Consiglio Pastorale dell'arcidiocesi esprime «profonda preoccupazione e sconcerto per gli scontri» avvenuti nella mattinata di ieri nel centro della città, causando il ferimento di alcuni studenti, anche minorenni. «La violenza non è mai giustificata - si legge in una nota firmata da monsisgnor Giovanni Paolo Benotto, arcivescovo di Pisa -. In attesa che si faccia luce sull'accaduto e sull'operato delle forze dell'ordine, le autorità competenti intervengano per garantire il corretto e pacifico confronto democratico, tutelando la sicurezza di tutti, dei giovani in particolare». Nella nota si sottolinea che la Chiesa crede nel «dialogo pacifico e nel ripudio della violenza in tutte le sue forme. È l'unico percorso capace di edificare la nostra casa comune su solide basi».
Gli studenti del Lazio
Domani, domenica 25 febbraio alle 18.30 a Piazza Beniamino Gigli (davanti il Teatro dell'Opera) a Roma, la Rete degli Studenti Medi del Lazio ha convocato una mobilitazione dopo i fatti di Pisa, Firenze e Catania che hanno coinvolto studenti e studentesse. La Rete degli Studenti Medi del Lazio lancia dunque un appello alla mobilitazione, «contro le manganellate e la gestione di Piantedosi. Per uno stato democratico che rispetti il diritto alla manifestazione». «Da troppo tempo siamo costretti a condannare le cariche della polizia durante manifestazioni pacifiche di studenti e studentesse. Senza alcuna presa di responsabilità da parte del ministro Piantedosi - dice Tullia Nargiso, coordinatrice della Rete degli Studenti Medi del Lazio - Non possiamo permetterci uno stato che risponde a messaggi di pace con la violenza, che manganella ragazzi e ragazze, compresi tanti e tante minorenni. Non possiamo permetterci uno stato che ci censura, che ci impedisce di manifestare il nostro dissenso. Per questo lanciamo un appello, a studenti e studentesse, a lavoratori e lavoratrici, a tutti e tutte. Mobilitatevi con noi, perché soltanto insieme potremo dimostrare che non ci possono fermare».
I dirigenti scolastici
«Costruiamo insieme comunità di pace!» È questo l'appello lanciato dal direttivo nazionale dell'Andis, Associazione nazionale dirigenti scolastici, il quale «interpreta lo sconcerto dei dirigenti scolastici e di tutto il mondo della scuola» per recenti casi di cariche della Polizia nei confronti «di giovani studenti che pacificamente manifestano». «Nell'ultimo caso, verificatosi a Pisa - sottolinea il direttivo -, si era scesi in piazza per la pace, in altri per richiedere l'introduzione dell'educazione sessuale e all'affettività, uno sportello psicologico finalizzato a tutelare la salute mentale di tutte le persone che attraversano la scuola, la sperimentazione per l'abolizione del voto numerico per una valutazione costruttiva». «I cittadini di ogni stato civile e i giovani in primo luogo hanno avvertito da sempre il bisogno di manifestare pubblicamente per esprimere le proprie idee, esternare il proprio pensiero, condividere le preoccupazioni e il proprio dissenso, per ricondurre lo spontaneo bagaglio di emozioni, esperienze e valori pacificamente all'interno di una dimensione corale, pietra angolare della democrazia e della nostra costituzione repubblicana - continua il direttivo Nazionale di Andis -. Il dissenso, pacificamente espresso, non è e non può diventare questione di ordine pubblico. Il mondo della scuola accompagna tutti i giorni le comunità scolastiche all'ascolto, al confronto, al rispetto». «Anche i nostri poliziotti, come egregiamente stanno facendo da anni in tante realtà scolastiche - evidenzia il direttivo dell'Associazione -, dovrebbero contribuire alla crescita dei giovani con il loro prezioso contributo di esperienze e di idee unendosi allo sforzo di dirigenti scolastici e docenti che hanno a cuore il futuro delle nuove generazioni». «Ci auguriamo - conclude il direttivo Nazionale - che chi ha il dovere di intervenire lo faccia subito e bene, per assicurare agli studenti, alle famiglie, alla scuola, alla società le condizioni di civile e serena convivenza, senza giustificare scorciatoie di violenza e di sopraffazione».
Il Cnr di Pisa
Il Cnr di Pisa, «in attesa che si faccia luce sulla dinamica di quanto accaduto per appurare eventuali responsabilità, stigmatizza l'uso della violenza repressiva che si è perpetrata su un corteo studentesco pacifista e composto per lo più da minorenni». Questa la presa di posizione dell'Area della ricerca del Cnr di Pisa in merito a quanto accaduto ieri nella città toscana in occasione del corteo pro Palestrina. «Non solo la Costituzione italiana sancisce il diritto insopprimibile della libertà di manifestazione pacifica delle proprie opinioni - afferma il Cnr di Pisa - ma anche la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea, all'art.11 dichiara che 'ogni persona ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera'. L'auspicio è che si ritorni al clima di serenità che si è respirato in una Pisa che da sempre è sinonimo di dialogo e di confronto, elementi questi basilari del progredire sociale, culturale, educativo e formativo».
Il sindacato autonomo di polizia
«Se si vuole sostenere che nelle manifestazioni di piazza sia possibile fare tutto ciò che si vuole sull'altare della libertà di espressione allora non serve il servizio d'ordine, noi stiamo bene anche a casa, ci vadano questi 'soloni' a tutelare l'ordine pubblico». Lo afferma in una nota, il segretario generale del Sap ,Stefano Paoloni in riferimento a quanto accaduto oggi ai cortei pro Palestina a Pisa e Firenze. «Sono diversi - afferma - gli esponenti politici e istituzionali che dopo le manifestazioni di Firenze e Pisa, dove sono state violate le prescrizioni e il personale di servizio è dovuto intervenire, stanno aggredendo verbalmente e delegittimando l'operato delle forze dell'ordine. Si tratta di comportamenti assolutamente irresponsabili che rischiano solo di provocare il caos». «Le forze dell'ordine non hanno colore politico e non devono essere strumentalizzate, si sia consapevoli che diversamente si mette a rischio la sicurezza del Paese e anche quella di manifestare», aggiunge Paoloni secondo cui «aggredire verbalmente le forze dell'ordine significa legittimare i violenti. La polemica politica si faccia in altri luoghi e in altri contesti. In questo modo si mette a rischio la vita e la sicurezza degli operatori su strada».
Che cosa è successo a Pisa e a Firenze
Cariche della polizia alle manifestazioni pro Palestina: cinque studenti feriti a Pisa, una ragazza col naso fratturato a Firenze. Dal 7 ottobre, giorno dell'offensiva di Hamas in Israele, si sono svolte in Italia 1.023 manifestazioni a favore della Palestina. In 33 si sono registrate criticità per quanto riguarda l'ordine pubblico, con 157 denunciati e 26 feriti tra le forze dell'ordine. A sollevare le prese di posizioni più critiche quanto accaduto a Pisa dove un corteo studentesco improvvisato, che voleva raggiungere piazza dei Cavalieri dove si affaccia la sede centrale dell'Ateneo, è stato fermato da più cariche della polizia. «Siamo partiti da piazza Dante dove ci eravamo radunati per fare una passeggiata in giro per la città ma dopo poche decine di metri abbiamo trovato lo sbarramento di polizia che ha poi caricato una manifestazione assolutamente pacifica, ma determinata ad andare avanti per portare solidarietà al popolo palestinese», il racconto di una studentessa.
I video con gli studenti chiusi in una strada stretta e colpiti hanno fatto velocemente il giro dei social scatenando la reazione anche del sindaco leghista Michele Conti: «Quello che è accaduto mi ha profondamente amareggiato, prima ancora che come sindaco, come cittadino e genitore. Ho telefonato a questore e prefetto per chiedere conto di quanto avvenuto. A entrambi ho ribadito che chiunque deve essere libero di manifestare liberamente il proprio pensiero».
A Firenze il corteo vedeva insieme Cobas, studenti e comunità palestinese: partito da piazza Santissima Annunziata aveva raggiunto piazza Ognissanti, seguendo un itinerario di cui era stato dato preavviso alle autorità. Poi le cariche di polizia e carabinieri quando i manifestanti si sono mossi verso una destinazione non 'autorizzata', il vicino consolato Usa.
«La città di Firenze ha diritto di sapere perché la reazione delle forze dell'ordine sia stata così sproporzionata e violenta per una manifestazione che, seppure su un percorso non autorizzato, era pacifica e non violenta», le parole del sindaco di Firenze Dario Nardella.
«Riteniamo che l'uso della violenza sia inammissibile di fronte alla pacifica manifestazione delle idee», commentano poi i vertici delle Scuole Sant'Anna e Normale di Pisa dove in serata ci sono stati anche manifestazioni di solidarietà agli studenti con cinquemila persone proprio in piazza dei Cavalieri.
Sempre a Pisa nel pomeriggio si è tenuto una riunione urgente del comitato provinciale dell'ordine e sicurezza pubblica, e successivamente questore e prefetto hanno incontrato rappresentanti del mondo della scuola. Solo due giorni fa al question time della Camera, il ministro Piantedosi, rispondendo ad un'interpellanza del Pd, aveva negato «un disegno del Governo per reprimere il dissenso politico e che questo disegno sia eseguito dalle forze di polizia nel corso dei servizi di ordine pubblico».
In serata a parlare è stato il Dipartimento della Pubblica sicurezza: l'impegno, è stato spiegato, «è da sempre proteso a garantire il massimo esercizio della libertà di manifestazione e nel contempo ad assicurare la necessaria tutela degli obiettivi sensibili». Gli scontri avvenuti «fanno emergere le difficoltà operative di gestione, durante i servizi di ordine pubblico, di possibili momenti di tensione determinati dal mancato rispetto delle prescrizioni adottate dall'Autorità ovvero dal mancato preavviso o condivisione dell'iniziativa da parte degli organizzatori». Infine, quanto accaduto, «costituirà, come sempre, momento di riflessione e di verifica sugli aspetti organizzativi ed operativi connessi alle numerose e diversificate tipologie di iniziative, che determinano l'impiego quotidiano di migliaia di operatori delle forze dell'ordine».
Nessun commento:
Posta un commento