Puccini. Sonatore del regno. di Pietro Acquafredda ( ed. Clichy)
L’editore fiorentino Clichy ha pubblicato, nella collana degli ‘elefantini’, un volumetto di oltre 120 pagine, al prezzo popolare di 6.90 Euro. E’ dedicato a Giacomo Puccini, è nient’altro che la sua biografia che si legge tutta d’un fiato – come è convinto l’editore ed anche l’autore – ma che tutta d’un fiato non è stata certamente scritta.
Si tratta di una biografia ‘d’autore’. Nel senso che il volumetto colleziona brani tratti dall’epistolario del musicista, da testimonianze di amici e conoscenti (attentamente vagliati, per non mischiare grano ad erbacce fra le tante cresciute sulla sua fama ed i suoi vezzi) e da episodi che non sfuggirono, per l’importanza del personaggio, alla cronaca giornalistica, ripresi e rimessi in ordine cronologico per offrire di Puccini la storia della sua vita, dalla nascita alla morte e sepoltura.
Si parte dall’Atto di battesimo con la curiosa sfilza di nomi dati al neonato e che rappresenta l’eredità di tutta la sua famiglia (i primi quattro, dal trisnonno al padre), una specie di ‘memento’ del suo albero genealogico maschile, e si finisce con la prematura morte, avvenuta a Bruxelles, a causa di un tumore alla gola, alla sua temporanea sepoltura nella tomba della famiglia Toscanini e Milano – senza dimenticare gli attriti che ebbe con il maestro, che una volta definì perfino ‘porco’ – ed alla sepoltura definitiva nella amatissima ‘Torre del Lago’.
E fra la nascita e morte, la ricca sfaccettata natura del musicista. Dagli anni di studio al Conservatorio di Milano ai primi successi e al suo riconoscimento mondiale.
Non mancano naturalmente gli episodi che ne mettono in luce il carattere di uomo semplice e timido, amante del quieto vivere, ma anche delle donne, delle macchine e dei motoscafi, delle dannate sigarette e della caccia, che assieme alla musica, fu la sua seconda dichiarata grande passione.
Non poteva sfuggire al cronista la tragica vicenda del suicidio della cameriera, costrettavi dalla gelosia e dalla accuse di sua moglie Elvira che per questo fu processata e condannata, evitandole però il carcere solo perché era la moglie di Puccini, il quale allungò alla famiglia della ragazza una consistente somma di denaro, per mitigare ( ritirare?) le accuse.
Fa capolino anche la sua disistima totale per la politica, e per i suoi organi di rappresentanza popolare, come anche il tentativo non riuscito da parte del regime fascista di arruolarlo nelle file del partito per vantarsene ( lui la tessera la prese, ma non la richiese mai; dovette accettarla, obtorto collo, per l’insistenza della moglie e della locale sezione; dunque falsa fu la dichiarazione ufficiale fatta da Mussolini, nello steso giorno della sua morte, quando tenne un discorso in Parlamento, per commemorare il grand’uomo, gloria italiana, ‘fascista’ senza volerlo).
C’è tutto Puccini in questa breve biografia? C’è abbastanza, quasi tutto, evitando accuratamente il pericolo, sempre in agguato, di farne una macchietta od una persona superficiale, quale non era. Certo manca qualcosa che gli amanti e cultori della musica potrebbero lamentare; ma che potranno però colmare con la loro amatoriale o professionale conoscenza. Manca la musica, che però è cosa ben nota a tutti ed è la ragione di questa biografia.
Il pregio di questa biografia, oltre l’indubbia qualità dei materiali scelti con cura e attenzione, è che si può leggerla ogni volta che si vuole, e più d’una volta, sempre senza fatica, fermandosi su qualunque fatto od aspetto che in essa vi compare, senza l’ansia di dover per forza continuare ed arrivare alla fine. Si può fare in ogni momento ed a più riprese, anche tornando sopra passaggi già scorsi, per una ulteriore riflessione, o per il semplice piacere della lettura.
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