I negoziatori del Parlamento europeo e del Consiglio hanno raggiunto un accordo provvisorio sul Certificato Covid digitale Ue per facilitare la libera circolazione durante la pandemia.
Il certificato sarà disponibile sia in formato digitale che cartaceo. Attesterà se una persona è stata vaccinata contro il coronavirus o ha un risultato recente di test negativo o è guarita dall'infezione. In pratica, si tratta di tre certificati distinti. Il quadro comune dell'UE permetterà agli Stati membri di emettere questi certificati che saranno poi accettati negli altri Paesi dell'Unione.
Secondo l’accordo, il regolamento del Certificato Covid digitale Ue resterà in vigore per 12 mesi. Non sarà una precondizione per esercitare il diritto alla libera circolazione e non sarà considerato un documento di viaggio.
Per sostenere la disponibilità di "test abbordabili e accessibili", la Commissione europea si è impegnata a mobilitare "almeno 100 milioni di euro" nell'ambito dello Strumento di sostegno di emergenza per l'acquisto di test allo scopo di rilasciare i certificati Ue. Di tale finanziamento dovrebbero beneficiare in particolare le persone che quotidianamente o frequentemente attraversano le frontiere per andare al lavoro o a scuola, visitare parenti stretti, cercare cure mediche, o per prendersi cura dei propri cari, così come i lavoratori essenziali. I negoziatori hanno concordato inoltre che, se necessario, potrebbero essere mobilitati ulteriori finanziamenti oltre i 100 milioni, previa approvazione delle autorità di bilancio.
I Paesi Ue non devono imporre ulteriori restrizioni di viaggio, come la quarantena, l'autoisolamento o i tamponi, "a meno che non siano necessarie e proporzionate per salvaguardare la salute pubblica" in risposta alla pandemia di Covid, tenendo conto anche delle prove scientifiche disponibili, "compresi i dati epidemiologici pubblicati dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc)". Tali misure dovrebbero essere notificate agli altri Stati membri e alla Commissione al più tardi 48 ore prima.
I Paesi Ue devono accettare i certificati di vaccinazione rilasciati in altri Stati membri per le persone che hanno ricevuto un vaccino autorizzato ndall'Agenzia europea dei medicinali (Ema) (attualmente Pfizer-BioNTech, Moderna, AstraZeneca e Janssen). Spetterà ai Paesi Ue decidere se accettare anche i certificati delle vaccinazioni effettuate con gli altri vaccini utilizzati in base alle procedure di autorizzazione di emergenza nazionali o con quelli elencati dall'Oms per l'utilizzo di emergenza.
I certificati saranno verificati per prevenire frodi e falsificazioni, così come l'autenticità dei codici elettronici inclusi nel documento. I dati personali ottenuti dai certificati non possono essere immagazzinati negli Paesi Ue di destinazione e non ci sarà una banca dati centrale stabilita a livello Ue. La lista delle entità che tratteranno e riceveranno i dati sarà pubblica, in modo che i cittadini possano esercitare i loro diritti di protezione dei dati in base al regolamento generale sulla protezione dei dati (Gdpr).
L'accordo politico dovrà ora essere formalmente adottato dal Parlamento europeo, in commissione Libertà sarà calendarizzato per martedì prossimo. Il voto finale della plenaria del Parlamento europeo è invece previsto durante la sessione plenaria dal 7 al 10 giugno. Dev'essere approvato anche dal Consiglio.
Il regolamento entrerà in vigore il primo luglio, con un periodo di introduzione graduale di sei settimane per il rilascio dei certificati per gli Stati membri che necessitano di tempo aggiuntivo.
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