I rari problemi di coagulazione provocati dai vaccini Astrazeneca e Janssen potrebbero essere dovuti al metodo utilizzato per portare nelle cellule le 'istruzioni' per produrre la proteina del virus sars-Cov-2. Lo suggerisce uno studio, al momento solo in preprint, della Goethe-University di Francoforte, secondo cui il problema può essere risolto 'rimodulando' i vaccini.
Il vaccino, spiegano i ricercatori, rilascia una sequenza del Dna che serve a produrre la proteina del Sars-Cov-2 nel nucleo della cellula e non nella parte esterna (citoplasma), come fanno invece quelli a mRna. Una volta dentro una parte di questo Dna si 'rompe', e i frammenti vengono espulsi dal nucleo finendo nel sangue e provocando i coaguli. La teoria è stata verificata al momento con dei test di laboratorio e attraverso dei software. In Gran Bretagna i problemi di coagulazione sono stati riscontrati in 309 persone su 33 milioni di vaccinati, con 56 morti, mentre in Europa sono 142 le segnalazioni su 16 milioni di immunizzati, un tasso quindi di circa uno ogni 100mila. Il problema, spiega al Financial Times Rolf Marschalek, uno degli autori, potrebbe essere risolto ridisegnando il Dna veicolato dall'adenovirus. "Già il vaccino Johnson and Johnson è meno suscettibile alla 'frammentazione' - afferma -, e l'azienda sta cercando di ottimizzare la propria formula. Con i dati che abbiamo raccolto possiamo spiegare alle compagnie come cambiare le sequenze che codificano la proteina spike per prevenire le reazioni indesiderate". (ANSA).
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