Tra guariti e vaccinati 1 italiano su 2 è immune: ospedali liberi a metà giugno, via la mascherina da settembre”. Così titola il Corriere della Sera, pubblicando le stime della Fondazione Kessler sull’andamento della pandemia in Italia: fino al 28% degli italiani ha avuto il Covid e altri 15 milioni sono immunizzati.
Non mollare ora, a settembre vita normale”, si legge. Le nuove tabelle elaborate da Stefano Merler, matematico ed epidemiologo della Fondazione Kessler, rivelano uno scenario incoraggiante che però, viene sottolineato, non deve portare a facili illusioni o ad abbandonare strumenti fondamentali (tamponamento, tracciamento, ecc). A ogni modo, l’efficacia della campagna vaccinale fa ben sperare:
Se saremo capaci di procedere a un ritmo di 500.000 vaccinazioni al giorno, entro settembre 2021 anche le mascherine, almeno all’aperto, potrebbero essere soltanto un brutto ricordo.
Per raggiungere questo obiettivo, sottolinea Merler, “bisogna continuare a essere prudenti e rispettosi delle regole. Perché tante persone, soprattutto giovani, non hanno ancora ricevuto il vaccino. Inoltre, quel che sta succedendo in Gran Bretagna con la variante indiana dimostra che il Covid-19 è in grado di creare sempre nuove insidie”.
Il numero di italiani già infettati, e quindi con gli anticorpi, sia tra gli undici e i 16 milioni, fino al 28% della popolazione [...] La stima di 15 milioni di italiani già immunizzati con il vaccino, equivalente a circa il 25 per cento della popolazione, non viene giudicata irreale. Anzi. La somma delle due immunità produce il risultato provvisorio di una percentuale di italiani immuni al Covid compresa tra il 43 e il 53% della popolazione. Uno su due. Al ritmo attuale, ovvero più di 500 mila dosi al giorno, è possibile salire di un ulteriore dieci per cento in pochi giorni.
Secondo le proiezioni al 18 giugno, nessuna regione ha una probabilità significativa di superare la soglia critica del quaranta per cento di posti occupati in reparti Covid e del 30% di riempimento delle terapie intensive. La previsione attuale per la maggior parte del territorio italiano è di una discesa sotto al 10% per entrambi i settori.
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