martedì 18 maggio 2021

Pandemia operosa per Giorgio Battistelli. Ma anche Franceschini e Veltroni, più di Franceschini, che non si fermano un attimo

Dal sito ufficiale del compositore:

Attualmente il compositore sta scrivendo tre opere, commissionate da altrettanti teatri lirici internazionali, che verranno rappresentate nei prossimi anni, a partire dal 2020. Si tratta di Le baruffe, su libretto di Damiano Michieletto, libero adattamento da Le baruffe chiozzotte di Carlo Goldoni, I assoluta primavera 2020 ( rimandata per la pandemia). Julius Caesar, su libretto di Ian Burton da William Shakespeare, I assoluta dicembre 2021 (  Battistelli ha scritto molti anni fa le musiche di scena per un Giulio Cesare di Marafante sempre d Shakespeare che girò in Italia per alcune stagioni); Teorema da Pier Paolo Pasolini, I assoluta gennaio 2022". ( A proposito di Teorema, da Pasolini, con lo stesso titolo nel catalogo di Battistelli, c'è un'opera che risale ai primi anni  Novanta. Questa che si vedrà fra breve, sarà certamente una rivisitazione, una nuova versione, di quell'opera che anche noi vedemmo all'epoca).

Oggi, dall'ennesima intervista a Damiano Michieletto apprendiamo che, al contrario di ciò che accade in Italia dove gli stranieri  scorazzano numerosi, all'estero noi costituiamo delle mosche bianche. Michieletto è una di queste mosche bianche che fra breve, debutta a Glyndebourne, dove solo altri due italiani hanno lavorato Zeffirelli e Franco ( chi è questo Franco? E' Enriquez che curò la regie di Mozart). E la ragione, spiegata dallo stesso Michieletto, è che noi ci perdiamo ancora a discutere per giorni su Fedez che affronta problemi che fuori d'Italia sono risolti da tempo. Insomma, direbbe Michieletto - in Italia non c'è 'pensiero' che possa emigrare, perchè richiesto, in altri paesi.

Michieletto , invece, sta lavorando anche come 'librettista ' e drammaturgo' per Battistelli, per un'opera, Le baruffe tratta da Goldoni ( Le baruffe chiozzotte), che andrà in scena alla Fenice. avrebbe dovuto già debuttare se non ci fosse stata la pandemia. Per lui è il massimo, perchè - come ha detto in altra occasione- preferirebbe non 'infierire' su opere classiche, piuttosto  partecipare attivamente alla nascita di opere nuove, come sta facendo con Battistelli.

Chi, invece, lavora a pieno ritmo di questi tempi, mentre la gran parte sta alla finestra a guardare che passi la tragedia, è Battistelli che, oltre all'opera che ha sdritto con Michieletto, sem bra stuia preparando una seconda opera , Giulio Cesare, con la regia di Carsen, che - lo abbiamo appreso oggi - dovrebbe aprire la stagione all'Opera di Roma. 

 E, infine, sul suo tavolo,  c'è anche una terza opera, Teorema, da Pasolini.

 Senza contare che proprio nei mesi della pandemia, anche la sua attività di organizzatore musicale ha subito un ulteriore incremento: lascia uno e prende due. Ha abbandonato l'Orchestra della Toscana, ma in cambio ha assunto la direzione artistica del Festival Puccini di Torre del Lago e dell'Orchestra Haydn di Bolzano, mantenendo sempre la presidenze dell'Associazione 'Barattelli' dell'Aquila... e la presenza in vari consigli di amministrazione.

Noi siamo stupiti da tanta  produzione. ma come fa? Ce lo stiamo chiedendo per molti in questi mesi. Soprattutto per Walter Veltroni, 'l'americano' che non si sa più cos'altro debba fare, conscio (lui) che mai nessuno lo stroncherà, se non i critici di destra, contro i quali la replica è facile: 'sono di destra'.

 Ma il discorso riguarda anche Franceschini: ministro, marito di un'aspirante sindaca e già consigliera prima comunale ed ora regionale, aspirante al Quirinale, romanziere. Fatemi un solo nome - oltre i soliti critici di destra - che di qualcuno che stronchi i suoi romanzi!

 Per gli ultimi due casi ci viene in mente il dubbio, che non è solo nostro, su molte belle signorine che hanno fatto carriera. Con la differenza che delle signorine si dice la verità: hanno fatto carriera innanzitutto perché belle; di Veltroni o Franceschini nessuno osa dire, allo stesso modo, che fanno ciò che fanno, perché sono uomini di potere. E che se non lo fossero, sarebbe difficile che ad uno come Veltroni, con tutta l'intelligenza e la simpatia che gli si riconoscono, potrebbe fare il giornalista 'genere Moccia di sinistra' e  lo storico, scrivere romanzi e gialli, a getto continuo, fare film per la tv. Suvvia siamo seri! 



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