Chi sono io non importa molto. Ma chi sono loro? Un silenzio per dare voce, al buio per dare luce, calpestando palchi senza pubblico, senza io non esisto. Non esistiamo. Non c'è pubblico, non c'è artista, non c'è show". Inizia con le parole di Manuel Agnelli il docufilm The Dark Side of the Show, disponibile in esclusiva su RaiPlay. La voce del leader degli Afterhours ci conduce per la prima volta nel mondo dei professionisti dello spettacolo: oltre 500 mila persone che lavorano in uno dei settori più colpiti dal lockdown provocato dal Covid. E l'artista svela una verità semplice, da sempre sotto gli occhi di tutti: la musica (e la cultura in genere) è un lavoro e la musica dà lavoro. Ma attenzione: per far sì che lo show abbia inizio, che le luci si accendano e che il sipario si alzi, c'è bisogno delle abilità di centinaia e centinaia di persone per ogni singolo evento: "Il nostro lavoro è quello degli invisibili, quelli che stanno dietro", spiega un progettista di luci, considerati, dice con amara ironia "indispensabili ma non utili".
E allora eccoli gli "invisibili", con i loro contratti "intermittenti", al lavoro nell'Arena di Verona. Loro, nel mondo degli spettacoli live, sono i primi ad arrivare e gli ultimi ad andarsene. E nell'anfiteatro romano sono un esercito: 950 persone con nomi e cognomi, famiglie e storie alle spalle e una grande professionalità applicata all'allestimento del palco che a settembre 2020 ha voluto dare un segnale di ripartenza post Covid, con tre appuntamenti musicali aperti ad un pubblico limitato o addirittura assente: i Seat Music Awards, Heroes e Rtl Power Hits. Heroes, in particolare, ha visto salire sul palco 70 artisti, impegnando circa 350 persone fra musicisti e tecnici per una maratona musicale, senza pubblico ma in streaming a pagamento, per sostenere il fondo Covid 19 a favore dei lavoratori dello spettacolo.
L'idea di The Dark Side of the Show è nata due anni fa da Max Martulli, storico personal assistant di Manuel Agnelli, durante un concerto degli Afterhours al Forum di Assago, ma solo nel 2021 ha visto la luce con la produzione del docufilm, della durata di un'ora circa. È un tuffo in un mondo che, nel corso dei decenni, ha visto un aumento delle specializzazioni: "Un tempo dovevi saper fare tutto", spiega Gianluca Feliziani, scenografo scenoluminoso, "Per la corrente ci attacavamo alle luminarie per strada e non avevamo nemmeno le transenne", aggiunge Andrea Corsellini, fonico di sala, sottolinenando che oggi in quelle condizioni "non ci darebbero più i permessi".
Ma oggi le cose, per fortuna, sono cambiate e per dar vita a uno spettacolo dal vivo occorrono uomini e donne altamente specializzati e le loro sono professionalità tutte indispensabili. Sono backliner, band assistant, tour manager, stage manager, direttori di produzione, fonici, light designer, scenografi, logistica, tecnici video, produttori discografici, produttori artistici, truck driver, addetti montaggio palchi, manager, booking management, discografici, attrezzisti, ufficio stampa, sicurezza, marketing & comunicazione.
E ancora: facchini, scaffolder, macchinista, mulettista, runner, rigger, showcaller, elettricisti, dimmerista, service audio e luci, gruppista, operatori luci, regista, cameraman, hostess, accoglienza, responsabili pulizie, cuochi, camerieri, driver, musicisti, microfonisti, fonico di palco, e tanti altri. Nomi che, ai non addetti ai lavori, risultano incomprensibili, ma che vanno a comporre un mondo fatto di fatica, viaggi, persone, sorrisi, notti in bianco e corse contro il tempo. E che si deve muovere come una raffinata coreografia, per dare vita a centinaia, migliaia di eventi unici da regalare al pubblico, show dopo show che "se va male è colpa tua e se va bene è merito dei musicisti", dice con un sorriso un fonico di sala. Ma il Covid ha fatto andare male le cose per tutti.
Secondo i dati dell'Osservatorio dello Spettacolo Siae per il 2020 c'è stato quasi il 70 per cento di eventi in meno (69,29 per cento), un calo degli ingressi del 72,90 per cento, la spesa al botteghino scesa del 77,58 per cento, dai 2 miliardi e 800 milioni di euro circa del 2019 ai 623 milioni di euro circa del 2020. E in particolare è stata la musica ad aver registrato le perdite più consistenti, con una diminuzione dell'83,19 per cento degli ingressi a cui è corrisposto un crollo dell'89,32 per cento della spesa al botteghino. E da parte dei lavoratori "invisibili", lo scoramento è tanto: "Allo Stato non frega niente di quelli che cantano, però senza di noi non si accendono i microfoni e non si vede niente".
La pandemia, come ha scritto Rosaria Amato nel suo blog su Repubblica, "ha diviso il mondo del lavoro in due parti: i tutelati e i non tutelati". I lavoratori dello spettacoli, gli artigiani, i lavoratori del turismo, il mondo dei lavoratori intermittenti (L.i.d. li definisce un tecnico con una battuta, cioè "lavoratori intermittenti disagiati") che non ha diritto alla Cig se non a condizioni particolari. "Uscire dall'invisibilità per un diritto/dovere dellavoro, lavoro che come tale va normato - dice uno dei tecnici - Però bisogna capire cosa fare nel frattempo".
E The Dark Side of the Show, si conclude con Manuel Agnelli che a torso nudo e con la chitarra a tracolla, dal palco dell'Arena si rivolge dritto al pubblico: "La musica è un lavoro, voi potete viverlo a modo vostro, potete sentire le emozioni che volete, potete avere i gusti che volete, potete divertirvi, essere profondi o superficiali - dice parlando alle persone sugli spalti per il live e a quelli che da casaguardano il docu-film - Ma dovete rendervi conto che dietro alle vostre emozioni, al vostro divertimento c'è il lavoro di migliaia di persone che sono lavoratori come tutti gli altri, che durante il lockdown sono rimasti a casa come molti altri lavoratori". Infine un appello: "Voi potete aiutarci tantissimo - dice il musicista - cominciate a cambiare la mentalità di questo Paese. Cominciate a pensare che qua non ci sono dei saltimbanchi, ci sono dei musicisti e lavoratori come voi".
Un appello, quello di Manuel Agnelli, che sembra non essere rimasto inascoltato. "Quella di oggi è una giornata storica per il settore dello spettacolo - ha annunciato il titolare della Cultura, Dario Franceschini - Con il ministro del Lavoro Orlando abbiamo portato in Consiglio dei ministri un pacchetto di misure significative per assicurare adeguate tutele assistenziali e previdenziali ai lavoratori dello spettacolo e correggere le numerose storture emerse negli ultimi anni e divenute non più sostenibili soprattutto dopo la pandemia". Le norme del decreto sostegni bis rafforzano le tutele dei lavoratori dello spettacolo, dalle indennità di maternità a quelle per la malattia, dall'assicurazione contro gli infortuni e le malattie professionali al sistema pensionistico fino all'introduzione di una nuova indennità di assicurazione per la disoccupazione involontaria (Alas).
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