lunedì 25 novembre 2024

Quando il risultato non ci piace, si chiede la ripetizione della votazione - come ha fatto Grillo, ora ex garante dei Cinquestelle ( da L'Unità)

 

Grillo non ci sta: chiede la ripetizione del voto che ha abolito il garante, continua la guerra con Conte nel M5s

Gli iscritti avevano votato, verdetti che rappresentavano l'inizio per una nuova era. E invece il fondatore si appella allo Statuto vigente e mette in discussione tutti i risultati



Foto Roberto Monaldo / LaPresse 17-06-2023 Roma Politica Manifestazione contro il lavoro precario organizzata dal Movimento 5 Stelle Nella foto Giuseppe Conte, Beppe Grillo 17-06-2023 Rome (Italy) Politics Demonstration against precarious work organized by the Five star movement In the pic Giuseppe Conte, Beppe Grillo
Foto Roberto Monaldo / LaPresse 17-06-2023 Roma Politica Manifestazione contro il lavoro precario organizzata dal Movimento 5 Stelle Nella foto Giuseppe Conte, Beppe Grillo 17-06-2023 Rome (Italy) Politics Demonstration against precarious work organized by the Five star movement In the pic Giuseppe Conte, Beppe Grillo

Beppe Grillo non ci sta: non ci sta al voto che ha segnato la fine di un’epoca per il Movimento 5 Stelle reso noto all’Assemblea di domenica 24 novembre. “Grillicidio”, lo hanno chiamato i giornali, il voto della comunità degli iscritti che aveva approvato tra le altre cose l’abolizione del ruolo del “garante“. E invece il fondatore si sarebbe appellato allo Statuto vigente del Movimento per ripetere il voto.

Il voto è stato il picco della sfida intestina tra Giuseppe Conte, ex premier e attuale leader politico e presidente della formazione, e il fondatore Grillo. Uno scontro esacerbato dal risultando molto deludente alle elezioni europee dello scorso giugno, quando il M5s era sceso per la prima volta sotto il 10% in un’elezione di carattere nazionale. Gli iscritti hanno votato online, circa 90mila. 40 i quesiti che riguardavano organizzazione e indirizzo politico del Movimento, tutti hanno raggiunto il quorum del 50%.

La figura del garante era stata assegnata fin dalla costituzione a Beppe Grillo, “custode dei valori fondamentali dell’azione politica”. Il 62,3% dei votanti ha scelto per l’abolizione della figura. E per l’abolizione della regola dei due mandati, che impediva ai politici della formazione di essere eletti per più di due volte.

I poteri del garante, secondo le votazioni, dovevano passare a un nuovo organo eletto. I mandati invece sono passati da due a tre. Approvata anche la possibilità di cambiare nome e simbolo del partito e di indicare l’indirizzo del partito: ha vinto la linea del “progressista indipendente”, in opposizione “alle forze di destra, esiste un ampio spazio politico, progressista, legittimamente occupato dal Movimento, forza autenticamente democratica e pacifista, non riducibile solo alle più tradizionali forze di sinistra”.

Fonti interne al M5s riferiscono oggi che Grillo avrebbe chiesto la ripetizione del voto. Lo ha fatto appellandosi alla norma dell’articolo 10 lettera i) dello Statuto vigente che gli iscritti hanno chiesto di cambiare, “entro 5 giorni, decorrenti dal giorno della pubblicazione dei risultati sul sito dell’Associazione delle votazioni aventi ad oggetto le modifiche del presente Statuto e/o della Carta dei Principi e dei Valori, il Garante può chiedere la ripetizione della votazione che, in tal caso, s’intenderà confermata solo qualora abbiano partecipato alla votazione almeno la metà più uno degli Iscritti aventi diritto al voto”.

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