martedì 19 novembre 2024

I frati di Assisi per Proietti e l'irritazione della Destra, altre 'pillole ( da Lettera 43, di Luca Di Carmine)

 

I frati di Assisi per Proietti, l’irritazione della destra e altre pillole

«Chi ha “messo le corna” a Donatella Tesei? I fratacchioni di Assisi, che hanno votato per la Proietti», dicono a destra. Già, ma dove sta scritto che “dovevano” stare dalla parte della presidente uscente della Regione Umbria? Sarà l’influenza “progressista” di papa Francesco, sarà che il Partito democratico facendo eleggere come europarlamentare Marco Tarquinio ha avvicinato quel mondo, sarà che la candidata governatrice di centrosinistra Stefania Proietti era sindaca proprio di Assisi… sarà quel che sarà, ma il gioco è fatto: Fratello sole, sorElly luna. Non è un caso che a inizio novembre c’era stata qualche polemicuccia proprio per una specie di endorsement dei frati a Proietti: «È forse peccato stimare una persona?», dissero al Corriere della sera, sibillini. «Conosciamo Stefania molto bene. È la sindaca di Assisi ormai da oltre sette anni e ha dimostrato di incarnare, con sincerità e slancio, tutti i valori francescani». «Stanno arruolando il Poverello di Assisi?», chiesero da destra, spazientiti. Ora gira un’altra battuta, su padre Enzo Fortunato, ex direttore della sala stampa del sacro Convento di Assisi e da inizio 2024 nominato dal papa direttore della comunicazione della Basilica papale di San Pietro in Vaticano: «Nelle prossime settimane è meglio non farsi vedere dalle parti di Palazzo Chigi», sussurra un esponente di Fratelli d’Italia. Io sono Giorgia, sono una donna, sono una madre, sono cristiana. Ma non sono francescana.

Stefania Proietti (Imagoeconomica).

Tesei persa l’Umbria

La migliore battuta, dopo le elezioni che nella “regione verde d’Italia” hanno visto vincere Stefania Proietti, è stata dedicata alla sconfitta: «Tesei persa l’Umbria». E la povera Donatella non ha potuto ribattere nulla.

Donatella Tesei (Imagoeconomica).

Dite a Liuzzo che c’è il premio Bancor

Avviso ai naviganti romani: dite a Romana Liuzzo, presidente della Fondazione Guido Carli e nipote prediletta dell’economista morto nel 1993, che nella serata di martedì 19 novembre a Roma c’è l’imperdibile “Premio Bancor”, organizzato da un altro nipote, Federico Carli, per ricordare proprio l’ex governatore della Banca d’Italia (il nome del premio deriva dallo pseudonimo usato da Guido Carli su l’Espresso, Bancor appunto). Una sfida tutta tra cugini. A Palazzo Brancaccio sono attesi veri vip da tutto il mondo per applaudire il premiato, Raghuram Rajan, che terrà una lectio magistralis.

Federico Carli e Romana Liuzzo (Imagoeconomica).

Brunello contro Bruno (Vespa)

Brunello contro Bruno. Ossia il vino italiano più famoso all’estero, e più amato dai vip, contro il conduttore di Porta a PortaBruno Vespa. Cos’è successo? Sabato 16 novembre è andata in scena la parata di Bibenda, la festa dei sommelier dove tra i massimi protagonisti c’era proprio Vespa. Ma nella stessa giornata a Montalcino è stata presentata la nuova produzione, con le bottiglie Biondi-Santi sugli scudi. E il regista Ferzan Özpetek, autore di film memorabili come Le fate ignoranti e Mine vaganti, per Brunello di Montalcino ha firmato la piastrella celebrativa dell’ultima vendemmia 2024.

Bruno Vespa (Imagoeconomica).

E così le defezioni ci sono state, al cenone di Bibenda, grazie a chi non ha voluto perdere l’appuntamento di Montalcino. E nel Teatro degli Astrusi è stato fatto il punto della situazione con il talk “Quale futuro per i consorzi del vino”, in occasione di “Benvenuto Brunello”, l’anteprima dedicata a uno dei grandi rossi d’Italia con l’annata 2020 alla prova del calice. Chi c’era? Il vicedirettore del Corriere della seraLuciano Ferraro, e poi Fabrizio Bindocci, presidente Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, Albiera Antinori, presidente Consorzio per la Tutela dei Vini Bolgheri e Bolgheri Sassicaia, Christian Marchesini, presidente Consorzio Valpolicella, Giovanni Manetti, presidente Consorzio vino Chianti classico, Graziano Nicosia, vicepresidente Consorzio Etna, e Sergio Germano, presidente Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani.

Cattaneo punta sulla Spagna. E Ribera?

Per Flavio Cattaneo, amministratore delegato di Enel, «le azioni manageriali realizzate nell’ultimo anno ci hanno consentito di raggiungere tutti gli obiettivi comunicati ai mercati e di rafforzare la solidità finanziaria del Gruppo: possiamo così aprire un nuovo capitolo di crescita, che creerà ulteriore valore per gli azionisti e tutti i nostri stakeholder». Così, «tra il 2025 e il 2027, ci concentreremo sulle attività core e sull’allocazione flessibile del capitale, aumentando gli investimenti, principalmente in asset regolati con rendimenti prevedibili, che favoriranno al contempo un’accelerazione della transizione energetica. Continueremo inoltre a migliorare l’efficienza e la redditività, anche attraverso nuove opportunità di business. Questa strategia ci permette di rivedere al rialzo la politica dei dividendi nel periodo di Piano con un dividendo fisso minimo di 0,46 euro per azione, in crescita rispetto a 0,43 euro del Piano precedente e con un potenziale ulteriore incremento fino a un payout del 70 per cento sull’utile netto ordinario». E gli investimenti? In Italia per oltre 16 miliardi di euro, e in Spagna per circa 4 miliardi di euro. Nonostante l’ex ministra Teresa Ribera, che come commissaria europea dovrebbe occuparsi di «transizione giusta» e «concorrenza»: chissà se ce la farà…

Flavio Cattaneo, ad di Enel (Imagoeconomica).

Nessun commento:

Posta un commento