giovedì 14 novembre 2024

Meloni in grave imbarazzo chiama l'amico Elon per convincerlo ad abbassare i toni. Vergognoso comunicato di Palazzo Chigi sull'intervento di Mattarella ( da Corriere della Sera, di Monica Guerzoni)

 

Così Meloni  (in imbarazzo) ha convinto Elon ad abbassare i toni | Musk, il braccio destro italiano e il fuggi fuggi da X

Più il silenzio di Giorgia Meloni fa rumore a sinistra, più Elly Schlein la sprona a difendere la sovranità italiana dalle scorribande di Musk su X e più la presidente del Consiglio si morde la lingua e tace. Lei che si definisce patriota e da sempre è allergica alle incursioni straniere, pubblicamente non si espone su un personaggio di portata planetaria i cui attacchi alla magistratura (e non solo) imbarazzano il governo, dividono la maggioranza e portano una ventata gelida dalle stanze di Palazzo Chigi a quelle del Quirinale.

Meloni ufficialmente tace, ma scambia con l’uomo più ricco del mondo le sue impressioni (e le sue preoccupazioni) sugli effetti dirompenti delle ultime, clamorose incursioni via social dell’arcimiliardario. La premier cerca l’«amico Elon» al telefono, lo trova, gli spiega i già complicati rapporti istituzionali tra governo, magistratura e presidenza della Repubblica. E riesce a placarne un poco i bollori mediatici, tanto che a sera il suo referente in Italia, Andrea Stroppa, invia una dichiarazione all’Ansa concertata per scongiurare un pericoloso cortocircuito con conseguenze sul piano diplomatico. L’imprenditore da 320 miliardi di dollari di patrimonio netto, 50 dei quali guadagnati grazie al sostegno alla campagna di Trump, «esprime il suo rispetto per il presidente della Repubblica Mattarella e la Costituzione italiana». Rispetto e stima. E anche, pare, una gran voglia di incontrare faccia a faccia il capo dello Stato, al Quirinale.

Un desiderio a cui i meloniani danno fiato per stemperare i dissidi e calmare le tensioni. La premier non lo ammette per non dare soddisfazione alle opposizioni che la tirano da giorni per la giacca, ma l’imbarazzo nel governo è forte e traspare dalle dichiarazioni di diversi esponenti di FdI. Fin dove potrebbe spingersi, Musk? Può il governo italiano accettare invasioni di campo su un terreno delicatissimo come il rapporto con le toghe? Le tensioni innescate dalla visita a Palazzo Chigi del vicepresidente del Csm Fabio Pinelli ancora non si sono allentate e come Mattarella si è dispiaciuto e irritato allora, così Meloni si è quantomeno dispiaciuta per le parole del Quirinale su Musk. Parole che la premier ha ascoltato con «grande rispetto», ma non avrebbe condiviso.

Lo ha fatto capire il sottosegretario e braccio destro Giovanbattista Fazzolari, quando ha definito senza troppo calore «sempre utile» la presa di posizione del capo dello Stato e, al tempo stesso, ha ironizzato sul «sovranismo à la carte della sinistra». La stessa sinistra da cui Mattarella proviene e che per Meloni e i suoi non avrebbe difeso con altrettanta forza l’Italia da ingerenze e attacchi arrivati nel tempo da Bruxelles, da Parigi o dai grandi quotidiani. Quella sinistra che oggi, ecco il nodo politico che spiega la furia della premier, non solo non spezza una lancia per la vicepresidenza Ue a Raffaele Fitto, «ma prova persino a ostacolarla». Una cosa per Meloni e i collaboratori più stretti così grave che «non l’aveva fatta mai nemmeno il Pci» e che viene enfatizzata anche per spostare l’attenzione dall’imbarazzo del governo su Musk.

Nell’«amichevole conversazione» con la leader italiana, che a settembre aveva premiato davanti alle telecamere di mezzo mondo all’Atlantic Council di New York, «Elon» ha rivendicato la libertà di espressione, garantita dalla Costituzione degli Usa come da quella italiana. E se lo ha fatto e lo ha divulgato è anche perché Giorgia Meloni continua a far filtrare che il patron di Tesla e Space X è ancora un «privato cittadino e lo resterà fino a gennaio», quando entrerà nella nuova amministrazione Trump come capo del Dipartimento per l’efficienza del governo.

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