Giorgia Meloni, dal lontanissimo Brasile, per il G20 - la tv ce l'ha mostrata affaticata - si è congratulata con i vincitori della tornata elettorale nelle regioni Emilia Romagna ed Umbria. Dove, nella prima è stato confermato il centrosinistra, nella seconda, invece, la guida della Regione è stata strappata al centrodestra.
Ha seguito l'esempio del suo amico Biden, ormai alla fine del suo mandato, il quale, appena certa la vittoria di Trump alle presidenziali si è congratulato con lui - come non fece Trump quando le elezioni le perse contro Biden - e lo ha invitato alla Casa Bianca, perchè vuole pacificare il Paese e mettere in atto un passaggio 'morbido' dall'una all'altra amministrazione
Meloni, per la prima volta, non ha fatto come Trump, con il quale , politicamente, è più in sintonia, bensì come il democratico Biden, di sinistra.
Ed ha aggiunto anche: mi auguro di poter collaborare con i nuovi governatori per la causa che è comune - e qui a qualcuno è venuto il sospetto che la Meloni abbia corso il rischio di mostrarsi ai suoi come una di sinistra estrema. Ma questo rischio Lei non lo corre.
La sinistra italiana già esulta: il vento è cambiato, dice, e la Schlein si sente già premier. Sarebbe un grande giorno quello in cui ad una premier di destra- che si fa chiamare 'il presidente' al maschile - succede una premier di sinistra che si farà chiamare 'la presidente'.
Due donne, avversarie in politica, giovani ambedue, a cui il Paese affida le sue sorti.
Una terza donna, Rita Dalla Chiesa, verrà presto dimenticata per quella sua vergognosa uscita post elettorale, tipica di una persona che non sa quel che dice.
Nessun commento:
Posta un commento