domenica 17 novembre 2024

Il ministro Giuli irritato ( da Corriere della Sera, di Paolo Conti). E chissenefrega! Dopo l'indicazione di Amelio e l'autocandidatura di Barbareschi per il Centro Sperimentale di Cinematografia, Giuli, che calpesta tutte le regole, si irrita

 

Centro Sperimentale di Cinematografia: Giuli irritato, Amelio e Barbareschi esclusi

Una cosa è sicura: il nuovo presidente della Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia non sarà né Luca Barbareschi né Gianni Amelio, due personalità artistiche e due sensibilità politiche diametralmente opposte tra loro. Non ci sono dichiarazioni ufficiali ma ieri, domenica, al ministero della Cultura, da fonti molto accreditate, circolava una versione della posizione del ministro Alessandro Giuli molto precisa e sicura.

Ciò che è apparso in questi giorni, dopo le improvvise e discusse dimissioni di Sergio Castellitto dopo appena un anno di presidenza, sono definite semplici illazioni, anzi chiacchiere, senza alcun fondamento.

Il riferimento è sia alle dichiarazioni di Luca Barbareschi di venerdì 15 scorso («non mi è arrivata nessuna proposta ufficiale, il mio nome è stato fatto da persone dello spettacolo, ma se mi arriverà sarò ben lieto di accettare dopo esserci parlati e confrontati») sia al documento sottoscritto dalle associazioni degli Autori cinematografici (100 Autori, Wgi, Aidac e Air3) e inviato al ministro Giuli in cui si chiede di nominare Gianni Amelio.

Le fonti del ministero assicurano che Giuli vuole lasciare il tempo alle vanità personali e ai calcoli di bottega di sfogarsi, senza che tutto questo possa minimamente influenzare una scelta. Secondo chi lo ha ascoltato, lo avrebbe detto con una certa durezza.

Quella di Barbareschi è stata vista negli uffici del ministero della Cultura come una personale autocandidatura, proprio perché dalla sede del Collegio Romano non è mai partito alcun sondaggio nei suoi confronti, nemmeno informale. In quanto alla proposta per una presidenza Amelio da parte degli Autori, immediatamente appoggiata «con convinzione ed entusiasmo» dal deputato del Movimento 5 Stelle Gaetano Amato, chi è vicino al ministro giudica tutto come un tentativo di condizionamento da parte dell’opposizione (nonostante gli autori non siano certo un partito politico) anche questo inutile ai fini di una scelta.

Al momento Giuli non rilascia alcuna dichiarazione e sceglie il silenzio. Ma negli uffici c’è la sensazione che abbia già in mente un identikit molto chiaro al riparo da tensioni, sollecitazioni e scelte suggerite dall’esterno.

Dopo i tempestosi mesi di Sergio Castellitto (l’incendio nella filmoteca che ha distrutto preziosi originali, le polemiche sulle spese per la sua partecipazione al Festival di Venezia, il licenziamento di 17 lavoratori, una consulenza da 105 mila euro a un suo ex produttore, una recentissima ispezione da parte del ministero della Cultura negli uffici del Centro, diverse interrogazioni parlamentari) il Centro sperimentale ha gran bisogno di ritrovare tranquillità.

Lì si formano le nuove leve del nostro cinema e Giuli sa che non può sbagliare proprio perché il settore è già in fibrillazione per la revisione del Tax Credit decisa dall’ex ministro Gennaro Sangiuliano e che ha provocato il duro dissenso di registi e produttori. Un altro fronte aperto per Giuli è la scelta per la presidenza del Maxxi che lo stesso Giuli ha lasciato per approdare al ministero. Trattandosi del Museo nazionale di Arti del XXI secolo, che rappresenta l’Italia sul piano internazionale in questo settore museale, l’attesa è notevole. Girano molti nomi ma — anche qui — nessuna conferma da parte del ministro Giuli.

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