Raffaele Fitto ha lasciato il ministero per gli Affari Europei, le Politiche di Coesione e il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per andare a ricoprire il ruolo di vicepresidente della Commissione europea. Meloni lunedì deciderà come riassegnare le sue quattro deleghe, ma potrebbe anche tenere l'interim alla presidenza del Consiglio fino a dopo la manovra.
"Oggi ho rassegnato le dimissioni da ministro degli Affari Europei, del Pnrr, della coesione e del sud. Dal giorno del giuramento nelle mani del presidente della Repubblica Mattarella sono trascorsi due anni, intensi ed entusiasmanti". Così Fitto sui social.
L'ultimo atto da ministro di Fitto è stato un taglio quasi totale dei fondi FSC 2021-2027, una mannaia di cui si è discusso ieri durante il Consiglio dei ministri.
L’ammontare totale delle risorse provenienti dal Fondo Sviluppo e Coesione è crollato: dai 31,3 miliardi della precedente programmazione a 5,7: in particolare al Ministero della Cultura resterebbero solo 171,8 milioni. Fitto avrebbe detto al titolare del dicastero, Alessandto Giuli: “Hai anche 4,2 miliardi del piano e altre risorse europee”, come riporta il quotidiano La Repubblica.
Il Partito Democratico chiede a Giuli di riferire in Parlamento
Il PD ha espresso preoccupazione in merito a questa riduzione che rischia di bloccare il lavoro del ministero. Irene Manzi, capogruppo del Pd in Commissione Cultura alla Camera, commenta: "Il drastico definanziamento delle risorse destinate alla cultura, giustificato dal mancato conseguimento delle obbligazioni giuridicamente vincolanti, rappresenta un colpo durissimo per i settori culturali. È indispensabile che il ministro Giuli chiarisca cosa non ha funzionato, esponga le ragioni di merito alla base di questa decisione e renda pubblico l'impatto concreto di questo taglio su ogni singolo intervento programmato. Un taglio drastico del 90% dei fondi del Fondo Sviluppo e Coesione di questa portata non si era mai visto e conferma un dato politico inequivocabile: Giuli è commissariato. Come spiegare altrimenti un ministro che prende atto di una decisione così grave alla vigilia della riunione del CIPESS che l'ha ratificata? La gestione del ministero negli ultimi due anni del governo Meloni si è rivelata del tutto incapace di attribuire un ruolo strategico alle politiche culturali, usate come semplice terreno di spartizione politica, a discapito del patrimonio e del futuro culturale del Paese. Giuli deve venire subito in Parlamento a spiegare quanto accaduto", conclude l'esponente dem.
Nessun commento:
Posta un commento