martedì 19 novembre 2024

Betta riconfermato, ma Giuli ( per Meloni) paga pegno alla Lega che vuole un incarico per Ester Bonafede.( da La Repubblica, di Caudia Brunetto). I soldi si trovano sempre per saziare gli appetiti degli amanti ( ????) della cultura in Italia

 

Dopo mesi di trattative tutte interne al centrodestra, Marco Betta è stato riconfermato sovrintendente del Teatro Massimo. «È un passo nuovo, sia pure nella concorde continuità — dice il ministro della Cultura Alessandro Giuli che in questi giorni firmerà il decreto di nomina — Palermo diventerà la città capofila di una rigenerazione culturale delle periferie che avrà nel Massimo il centro d’irradiazione. Comune, Regione e Mic impegneranno fondi, energie e alte personalità per un lavoro di grande valore sociale».

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In primo piano ha vinto il merito, hanno vinto i risultati ottenuti da Betta in due anni di mandato e «il bene del teatro e della città», come in tanti hanno commentato ieri, ma sullo sfondo l’accordo politico è stato fatto. Il pressing della Lega di Matteo Salvini che fino alle ultime ore ha rischiato di fare saltare l’intesa sulla riconferma di Betta proponendo, invece, il nome di Ester Bonafede, non è stato vano. L’ex sovrintendete dell’Orchestra sinfonica siciliana, infatti, avrà presto un incarico di spicco al Teatro Massimo direttamente dal ministero, con un budget a parte di 5-6 milioni di euro, per realizzare progetti speciali di “rilievo” sul fronte sociale di cui parla Giuli, a cominciare dagli spettacoli nei quartieri di periferia.

Un ruolo chiave, dunque, anche se non nella direzione. Chi esce dalla porta, insomma, entra dalla finestra. «La decisione presa all’unanimità dal Consiglio di indirizzo della fondazione Teatro Massimo premia la competenza e la professionalità di Betta — dice il vicepresidente della Camera di Forza Italia Giorgio Mulè che ha lavorato in queste settimane per appianare tutte le frizioni attorno alla riconferma di Betta — Ha vinto il merito: la cultura non può essere di parte. Betta è un bene condiviso». Anche Fratelli d’Italia che la scorsa settimana ha portato a casa la direzione del Teatro Biondo con la nomina dell’attore Valerio Santorno — che troverà i lavoratori in stato di agitazione — a livello cittadino ha avuto un ruolo non secondario nella tenuta complessiva della partita di Betta, già sotto l’ala del sindaco Roberto Lagalla dall’indomani della scadenza del suo mandato.

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«Uomo di spessore culturale e grande professionista conosciuto ed apprezzato in campo nazionale ed internazionale — dice l’assessore comunale alla Cultura Giampiero Cannella — Con la sua riconferma, la città di Palermo continua il significativo percorso di virtuosità culturale riconosciuto da tutti». Dentro Fratelli d’Italia che avrebbe voluto in un primo momento piazzare la direttrice Beatrice Venezi in tandem con Betta, però, c’è chi lancia qualche stoccata al sovrintendente nel giorno della sua riconferma. «Attualmente il teatro Massimo si sostiene grazie al finanziamento pubblico del ministero della Cultura, della Regione Siciliana e del Comune di Palermo — dice il sottosegretario di Stato del ministero della Cultura, Gianmarco Mazzi — ma è il fanalino di coda tra tutti i teatri d’opera italiani per le risorse raccolte attraverso l’Art bonus. Buon lavoro, sovrintendente Betta: spero che nel suo secondo mandato possa dedicarsi anche a questo obiettivo non secondario».

Interferenze quelle di Fratelli d’Italia all’inizio e della Lega poi che non sono riusciti a cambiare gli esiti di una partita già alle battute finali. «La proposta del maestro Betta al ministro della Cultura Giuli — dice Lagalla — va nel solco della continuità e del riconoscimento del merito di una guida che ha saputo rilanciare il Teatro Massimo dopo la pandemia, anche grazie all’impegno e alla collaborazione di tutti i lavoratori e delle maestranze della Fondazione, con risultati che oggi vedono il Massimo in confortante stato di salute e con numeri di botteghino e visitatori in costante aumento».

Anche il governatore Renato Schifani ha seppellito, almeno per il momento, l’ascia di guerra. «Questo risultato — dice il presidente della Regione — dimostra come il percorso intrapreso da Betta sia stato condiviso e apprezzato, confermandolo come la scelta più idonea per guidare il teatro verso nuovi e ambiziosi traguardi. Sono certo che il suo impegno, la sua visione artistica e la sua capacità gestionale continueranno a valorizzare al meglio il Massimo».

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