lunedì 18 novembre 2024

Giuli si irrita e tace per il Centro Sperimentale di Cinematografia. Ma sulle Fondazioni liriche mette bocca lui e le sorelle Giorgia e Arianna

 Al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, una  scuola altamente specializzata e che gode, fino ad oggi, di grande prestigio,  si è dimesso Castellitto, a seguito di alcune contestazioni di cui i giornali hanno raccontato e noi anche, riprendendole.

 Da qualche giorno circola per la successione a Castellitto, il nome di Gianni Amelio, fatto da un centinaio di autori e gente del cinema  al ministro; e circola anche l'autocandidatura di Barbareschi che evidentemente si candida dappertutto, forte della sua militanza nei partiti della Destra.

 Il ministro Giuli si è seccato sia per l'indicazione di Amelio - il perchè non lo abbiamo ancora capito. Forse solo perchè è professionista 'di sinistra', dimenticando che è uno dei più importanti registi  italiani - che per il prezzemolino Barbareschi che, dopo il flop del suo programma nella Rai della  Meloni (e di Mellone), si propone per un altro incarico.

 Il ministro, scrive Paolo Coti sul Corriere, ha già in mente lui ( e le sorelle, non dimentichiamolo mai) un nome di grande prestigio al di sopra delle parti, e forse anche qui come altrove (Maxxi) avanza 'progetti ambiziosi'. Staremo a vedere.

 Nel caso di Amelio, la cosiddetta 'società civile', che si identifica nella testa del ministro con la 'sinistra', perchè evidentemente quella della 'Destra' è una società non altrettanto civile, ha solo proposto un nome che  avrebbe reso prestigiosa la nomina da parte del Ministro. Il quale non accetta  suggerimenti, perchè capace di sbagliare da solo. Altrove li dà , pretendendo di essere ascoltato, lui e le sorelle, ed anche assecondato.

 Come nel caso del successore di Ortombina alla Fenice. Si è letto che il ministro ed il Governo ( le sorelle, sempre loro) spingono per Colabianchi, il cui più grande merito per aspirare ad una poltrona storicamente prestigiosissima, è quello di essere stato il cantore della Destra, da Almirante a Meloni: ha diretto nelle feste, nelle celebrazioni, e negli anniversari.

 Se lui non accetta consigli su nomine che spettano  solo a lui - diciamo così per farlo contento - consigli non deve darne quando le nomine non spettano a lui, bensì ai CdI delle fondazioni. Lui deve solo firmare la nomina, zitto e mosca, lui e le sorelle.

 C'è però una notevole differenza fra i due tipi di suggerimenti. Quello degli autori mira ad indicare al ministro una personalità di grande prestigio a tutti gradita per la competenza e per il suo cinema, quello del ministro invece è un  suggerimento con annesso 'ricatto'.

 Si riascoltino le dichiarazione del predecessore di Giuli, alla vigilia delle elezioni, in Abruzzo. Sangiulinao disse apertamente che se avessero vinto, avrebbe riservato alla Regione ( alle iniziative culturali, del resto gli frega assai) un occhio di riguardo che tradusse poi, concretamente, in: soldi dal governo.

 Del resto a Napoli, dopo l'uscita di Sangiuliano, si è temuto ( non sappiamo se poi il timore sia rientrato) che i tanti lavori intrapresi con una pioggia di milioni governativi ( meritati da Napoli, s'intende) potessero arenarsi.

 I cento autori che hanno indicato Amelio, al massimo, possono fare una  manifestazione  contro la nomina del Governo, e basta; mentre su una con annesso ricatto, quale quella del Governo, ammesso che venga accettata non possono far nulla. I cordoni della borsa sono nella mani di questa Destra, culturalmente povera  e sprovveduta. 

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