Stop a dirigenti-conduttori, attività extra-aziendali remunerate e giornalisti-manager: tre cambi radicali per ridare assetto alla televisione statale. A proporli Antonio Marano, leghista e presidente facente funzioni della Rai, durante il consiglio d’amministrazione di ieri, giovedì 21 novembre. Lo si legge nell’edizione odierna del Corriere della Sera, in cui Antonella Baccaro sottolinea «il ruolo propositivo inedito per un presidente facente funzioni». È dallo scorso ottobre, in effetti, che in Rai si attende la nomina di un presidente con pieni poteri.
Le nuove proposte
Una delle tematiche sollevate da Marano, forse la più scottante per i piani alti di viale Mazzini, è la netta “separazione delle carriere” tra chi fa il dirigente e chi fa il conduttore. In poche parole, chi ha un incarico di vertice non potrebbe avere un suo programma. Il mirino sembra direttamente puntato su Sigfrido Ranucci di Report, Monica Maggioni di Newsroom e Milo Infante di Ore 14. Misura che non andrebbe invece a scalfire la possibilità dei direttori di testata – si pensi a Gianmarco Chiocci a capo del Tg1 – di comparire sporadicamente in onda con interviste.
Non di poco conto è anche l’idea di una vera e propria moratoria contro i giornalisti-manager. Per Marano, infatti, bisognerebbe evitare l’assegnazione di giornalisti a ruoli “di comando” esterni alle testate. A cui si aggiunge il tema delle attività extra-aziendali dei dipendenti, come la moderazione di convegni. A questi casi, finora contati come presenze al lavoro pur con attività al di fuori del recinto Rai, Marano vuole imporre una regolamentazione più rigida. Dovrebbero essere autorizzate, giustificate come assenze lavorative e rigorosamente non retribuite.
I progetti della Lega
All’interno della commissione di Vigilanza Rai si sono fatti soprattutto sentire i colleghi leghisti di Antonio Marano, che forse vedono nelle proposte del presidente facente funzioni la punta dell’iceberg di un progetto ben più ampio. Che affonda le sue radici nel desiderio, mai nascosto dal leader del Carroccio Matteo Salvini, di avere una presa salda sull’azienda. E che si aggiunge ad altre battaglie, come la riduzione del canone e l’abbattimento della spesa del personale.
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